Elisa Gallorini
Elisa Gallorini, nostra coordinatrice e appassionata motociclista, partecipa anche quest'anno al campionato Italiano di Motorally e RaidTT, competizione che ha acceso i motori alla fine di Marzo e proseguirà fino al prossimo Ottobre . Ovviamente abbiamo deciso di sostenerla, "vestendo" la sua Beta con le nostre grafiche e sarà proprio lei a farci la cronaca di tutte le tappe di questa Avventura!
FINALE CAMPIONATO MOTORALLY E RAIDTT, OTTOBRE 2024 - OLBIA
Ultima gara della stagione 2024. Stavolta sono stata brava, la moto era pronta con largo anticipo e mi sono potuta riposare prima della partenza verso la Sardegna. Prologo non previsto, la giornata di giovedì è destinata solo agli sbarchi e alle verifiche amministrative e tecniche, che concludo giusto in tempo prima del diluvio universale che ha allagato l'intero paddock e ci ha fatto rintanare nei nostri furgoni, con poca o nulla possibilità di socializzare con gli altri.
VENERDÌ 18 OTTOBRE - DAY1 2A PROVA - TOT KM 225 - SS1 LINEA KM 41 – SS2 LINEA KM 44
Ci siamo! Con questa prima giornata si dà il via all’ultimo cinema dell’anno. Da oggi fino all’arrivo di domenica sarà un turbine senza sosta. Fortunatamente alla partenza non piove e la temperatura è gradevole da partire senza giacca. A pochi chilometri dalla prova speciale ho un flashback. E chi può dimenticarlo!! La salita tempestata di pietre che lo scorso anno ci fecero percorrere ad inizio speciale della domenica. Mi rassegno a cavalcare il toro meccanico in questo miscuglio di pietre piantate, pietre smosse e scalini a salire. È strano come io riesca facilmente a dimenticare dove metto le chiavi del furgone, ma ricordi perfettamente questa centrifuga a distanza di un anno.
Arrivata ad inizio speciale ho tempo di riprendermi dallo shakeramento. Il posto è bellissimo e per la prima volta, nonostante la speciale copra ben 41 km, start e finish sono vicini. Nell’attesa possiamo quindi vedere l’arrivo dei piloti della parte alta della classifica, ed è davvero impressionante vedere quanto sono veloci. Alla postazione di partenza saluto l’amico Paolo del Motoclub organizzatore Insolita Sardegna. Il cronometrista annuncia i venti secondi… dieci.. cinque, quattro, tre, due, uno, gaaaaassssss!! Prima nota, guardo giù e mi do subito della stupida per essere partita senza azzerare il trip. Che vuoi che sia, è solo uno strumento FONDAMENTALE nella navigazione. Riesco ad azzerare senza fermarmi e sempre in corsa imposto una distanza che presumo aver percorso. Alla nota successiva un abbeveratoio mi fa da riferimento per correggere il chilometraggio. Sono stata sì stupida a non azzerare, ma sono stata brava nella correzione sbagliando di pochissimo. Due impulsi al trip per aggiungere i venti metri mancanti e ci siamo. Una prima parte molto scorrevole e divertente, alcune note navigate a cui prestare attenzione e una parte in discesa tecnica e con grosse pietre. A parte un piccolo errore di navigazione sento di essere andata abbastanza bene, ma nella parte tecnica sono caduta in una curva in discesa e la strumentazione ora è posta troppo in verticale. La piastra di metallo si è piegata nel colpo ma ha ben protetto il trip dalla botta.
Al termine della prova alla postazione dei crono ci comunicano l’orario di uscita al quale dobbiamo sommare 35’ per determinare l’orario del prossimo controllo orario. Modalità che si utilizza solamente nella formula RaidTT. Pochissimi i chilometri tra una prova e l’altra, giusto il tempo di fermarmi al distributore per il rifornimento previsto. Prendo gli attrezzi dal marsupio per riportare la strumentazione alla giusta posizione e mi accorgo di aver perso anche il tubicino di sfiato della benzina. Devo comunque fare il pieno o non arriverei in fondo, ma con il serbatoio pieno e senza il tubicino la benzina zampilla ovunque. Assolutamente non il massimo della sicurezza. Nel trasferimento tampono un po’ con il guanto, pensando ad una soluzione che mi permetta di affrontare la seconda prova con minor rischio possibile. Ho perso un po’ di tempo a sistemare la strumentazione e arrivo al controllo orario abbastanza tirata. Ho giusto un paio di minuti. Vedo il mio amico Roberto del team Yamaha e gli chiedo se ha a portata di mano qualcosa per tagliare. Sfodera un coltellino, taglio un pezzo del tubicino di sfiato del carburatore e lo metto al tappo della benzina, che adesso sembra la testa di un Teletubbies. Raffazzonata ma funziona. Passo il controllo orario e parto per la seconda prova cronometrata. Zero errori, alcuni tratti più tecnici ma mi diverto un sacco. La moto gira perfettamente. Dopo circa 23/24km sento avvicinarsi un motorone. È Andrea Perfetti di Moto.it. Dal rumore mi sembra che sia alla mia destra e mi sfilo sulla sinistra per farlo passare. Peccato che in realtà era proprio a sinistra e gli ho fatto involontariamente da tappo. Mi sposto nuovamente e passa come un fulmine. Ora quante me ne tira quando mi rivede al paddock, penso tra me. Anche in questa speciale a parte una sbavatura nella navigazione da pochi secondi, sono abbastanza soddisfatta. Nel trasferimento di ritorno al paddock, in una lunga discesa scorgo una sagoma scura a terra. Un sasso? Ma si muove… è una tartaruga!! Vuoi forse dirmi che sono troppo lenta?? Lei si richiude nel guscio e io riesco ad evitarla sfilando sulla destra.
Di ritorno al paddock sistemo subito la moto e mi dedico allo studio del roadbook del sabato. Mi arriva un messaggio di un amico che mi chiede come ho fatto a prendere una penalità di 10 minuti. Salto dalla mia branda. DIECI MINUTI!?!? Ma come! Da quando ho iniziato a gareggiare ho sempre vantato zero penalità. Corro in direzione gara per capire cosa posso aver combinato e rimango di sasso. Posso solo che indossare un cappellino con le orecchie da somaro. Quando mi hanno comunicato l’orario di uscita della PS1 avevo capito 12.49, mentre invece erano le 12.59. Questo ha determinato l’errore di calcolo nel transito al secondo controllo orario entrando con dieci minuti di anticipo. Magrissima consolazione: non è stato un errore di taglio note o velocità controllata, che per quanto tengo alla navigazione sarebbe stata ancor più difficile da digerire. Fortunatamente non ho perso la quinta posizione poiché anche la mia amica Giulia ha subìto una penalità di taglio note a causa della sua strumentazione in avaria.
Una fortissima pioggia rende impossibile anche stare sotto ai gazebo e mi costringe a passare la serata chiusa dentro al mio furgoncino.
SABATO 19 OTTOBRE - DAY2 7A PROVA - 2A RAIDTT - TOT KM 282 - SS1 LINEA KM 96
Ha piovuto tutta la notte e un vento forte ha costretto molti ad alzarsi per chiudere verande e ancorare meglio i gazebo. Io ho il sonno molto profondo e non mi accorgo di nulla (anche perché non ho né veranda né gazebo da badare). Dentro al furgone si è formata molta condensa e costringermi ad uscire dal calduccio del sacco a pelo è una tortura. Inizio a preparare la colazione ed apro il portellone per guardare fuori. Non piove, ma il cielo è una coltre di nubi grigie. A casa avevo ricoperto con un abbondante strato di silicone le parti rovinate dello stivale da dove poteva filtrare acqua. Oggi temo che dovrò constatare se lo stratagemma funzionerà. Un lungo trasferimento ci porta all’assistenza prima della lunghissima prova speciale di oggi, salendo di quota alla zona delle pale eoliche. C’è talmente tanta nebbia che non solo non si vedono panorama e pale, ma si fa davvero fatica a vedere oltre due metri di distanza. Gilberto, mio compagno di partenza e trasferimento, si complimenta con me per il passo tenuto e mi fa una proposta: “in speciale parto prima io tanto mi raggiungi, mi sorpassi e io provo a starti dietro”. Lo guardo dubbiosa. Non è mica detto che riesca a raggiungerlo, men che meno superarlo. Comunque accetto, se non altro è uno sprone ad accelerare. Nel frattempo partono sfottò e risate con Andrea Perfetti per l'involontaria manovra tappo di ieri. Anche oggi parte dietro di me e speriamo di non replicare. In partenza della speciale un piccolo guado seguito da fuoripista erboso abbastanza viscido. Parto con cautela per evitare il rischio di cadere davanti a tutti, poi posso accelerare cercando di prendere un ritmo più sostenuto. Mi sento veramente bene, il percorso mi piace e sono un tutt’uno con la moto. In un punto scorrevole ma sinuoso mi sorpassa Perfetti con la sua Honda 450 rally. Chiedo gli straordinari alla mia piccola 300 2t per riuscire a stargli dietro almeno per qualche nota.
Questo mi ha fatto prendere un buon passo e ho davvero raggiunto il mio compagno di partenza. Come d'accordo lo sorpasso e provo a far da traino. Salite, discese, curva dopo curva, nota dopo nota sento una moto fissa dietro di me. Varco la fotocellula di fine prima parte, mi giro per salutare il mio amico Gilberto ma mi accorgo solo in questo momento che non era lui il mio inseguitore e non so che fine abbia fatto. Inizia la neutralizzazione. Dal momento in cui abbiamo varcato la fotocellula abbiamo venti minuti esatti per fermarci alle nostre rispettive assistenze a fare rifornimento ed eventuali manutenzioni. Nel mio caso oltre al pieno di benzina dobbiamo abbassare nuovamente la strumentazione salita con i sobbalzi e raddrizzare il porta targa che si è piegato colpendo la gomma posteriore in un salto. Sistemato tutto mi reco alla fotocellula di ripartenza dove dobbiamo rientrare nel nostro minuto e secondo esatto, 13:27:02 in mio start. Un momento di confusione. Il pilota davanti a me, pronto sotto al cronometro da almeno un minuto, non parte. Scatta il mio minuto/secondo e mi viene il dubbio. Perché lui non parte? Ma io posso partire? Maledizione! Lo sfilo sulla destra e parto, ma nel frattempo ho perso trenta secondi buoni sulla mia partenza. Sorpasso due ragazzi e cerco di aumentare il passo, ma in una staccata arrivo lunga e cado perdendo un buon quindici secondi. Faccio fatica a tenere il ritmo e la concentrazione che avevo nella prima parte. I chilometri si fanno sentire, provo ad aumentare di nuovo il passo ma mi accorgo di avere molti alti e bassi.
Prossima nota: incrocio a T e velocità controllata. "Finché non trovi l’incrocio a T vai a tutta!" Ripeto nella mia testa. Ma in uscita curva allargo troppo perdendo l’anteriore e finisco nuovamente a terra. Fatico a tirar su la moto, con il manubrio piantato per terra. Sono in una pendenza scomoda alla ripartenza e per di più è entrata la folle, per cui devo girare intorno alla moto per inserire la marcia. Rimetto anche in posizione la leva freno al manubrio, scesa nella caduta. La tiro su a mano sperando che rimanga ferma senza che debba intervenire con gli attrezzi perdendo altro tempo. Tutto questo giochetto sul cronometro si traduce in buoni quaranta secondi buttati nel cestino, oltre ad influire a livello mentale. Peccato in questa seconda parte di specialona aver rovinato la prestazione del primo settore. Il risultato finale è comunque P5 per la classifica femminile e un discreto 120 su 173 nella generale. Per carità, mica miracoli, ma comunque buona per la mia esperienza.
Un lungo trasferimento di oltre sessanta chilometri tra asfalto, piste e mulattiere ci riporta verso Olbia. Purtroppo a circa dieci chilometri dalla fine trovo un incidente. Ambulanza, pilota a terra, un’auto riporta i segni dell’impatto, mentre la moto è sbalzata dal lato opposto. Ci fanno passare e andare via per non intralciare l’area di soccorso. Scoprirò solo più tardi che il pilota coinvolto è il mio caro amico Claudio.
La moto è pronta sotto al tendone Old Farm, tutte le manutenzioni sono fatte e mi chiudo di nuovo in furgone a studiare il roadbook mentre fuori ha ripreso di nuovo a diluviare. Domani ci aspetta un’ultima impegnativa giornata con una lunga speciale da 68 chilometri.
DOMENICA 20 OTTOBRE - DAY3 8A PROVA - 2A RAIDTT - TOT KM 151 - SS1 LINEA KM 68
Ultimo giorno di questa tre giorni sarda a sancire la fine del campionato 2024. La temperatura è gradevole e c’è anche un timido sole a darci il buongiorno, ma non sono molto convinta che rimarrà così. E infatti non vengo smentita! A pochi minuti dal mio start inizia a piovere e non smetterà più fino a fine prova. La cosa positiva è che in generale il terreno qui ha un'ottima tenuta anche in caso di pioggia, la cosa brutta è che la visibilità con la pioggia che inonda la maschera è notevolmente ridotta. Contrariamente alle condizioni meteo avverse e alle due giornate di gara già a pesare sul fisico, mi sento in forma, forse come non mai in questo anno. Ho voglia di correre e divertirmi. L’obbiettivo è "scappare" per farmi raggiungere più tardi possibile da Perfetti e una volta che mi avrà raggiunto e sorpassato, provare nuovamente a tenere il passo il più a lungo possibile. Questo avviene intorno al 24° chilometro sui 68 previsti, e fortunatamente in un tratto guidato, poiché negli stradoni la sua Rally scomparirebbe dalla mia vista in una manciata di secondi. Riesco a seguirlo pur continuando a seguire la navigazione per non perdere i riferimenti. Arriviamo ad una delle zone a velocità controllata in cui non dobbiamo superare i 40 km/h. Io ho un solo trip, per cui o guardo la velocità o i chilometri e guido tutta storta nel tentativo di sbirciare la velocità dal cruscottino della moto, parzialmente nascosto dalla staffa porta roadbook. Approfitto per bere dal camelback e pulire la maschera con la carta stipata sotto il frontino del casco, per quanto possa durare asciutta con pioggia incessante.
Finito il tratto di velocità controllata passiamo un cancello e svolta secca a sinistra e puff, la Honda Rally sparisce. Troppo veloce per me. Ad inizio giornata mi preoccupava un po’ la tenuta di concentrazione per una speciale così lunga, ma mi diverto così tanto, nonostante le condizioni meteo, che sono quasi dispiaciuta quando mi accorgo di averne già percorsa oltre metà. Tratti velocissimi si alternano ad altri più stretti ed enduristici. L’unica costante è la pioggia. C’è da dire però che almeno gli inserti in silicone agli stivali hanno fatto il loro dovere sia ieri che oggi, e i piedi sono asciutti. Verso fine speciale mi si presenta davanti una salita piuttosto ripida di single track. Qui entro in modalità salva-ossa e mi ritrovo a parlare con la moto: "guarda Betty, io ti metto la marcia giusta e mi siedo, tu cerca di portarmi su integra ok?". E lei da brava ha assolto il compito senza battere ciglio. È stato l’unico tratto di incertezza alla guida su tutto il chilometraggio e sono quindi piuttosto soddisfatta. A fine speciale esulto come avessi vinto un mondiale, ma in quell’esultanza c’è piuttosto lo scarico di tensione e la felicità di aver fatto una giornata senza errori di navigazione, senza noie alla moto e divertendomi dall’inizio alla fine. Una bella chiusura di campionato. Purtroppo a livello di classifica non cambia molto, sempre 5a di classe femminile e 125a su 164 piloti al traguardo, ma va bene così. Tra la nebbia fitta trovo la mia assistenza, o meglio loro trovano me urlando (perché non li avevo mica visti). Rabbocco di benzina e via verso il paddock per un trasferimento di quasi solo asfalto.
Anche questa stagione si è conclusa e confermo la mia 5a posizione in entrambi i campionati, Italiano Motorally e RaidTT.
Potrebbe sembrare uno scarso piazzamento se non si conosce la bravura delle prime quattro pilote: Jasmine Riccius, Raffaella Cabini, Simona Brenz Verca e Alessia Pozzo. Ragazze da un gas incredibile per le quali posso solo che avere una grande ammirazione e ambire a migliorarmi per cercare di avvicinarmi un po’ a loro.
Adesso non rimane che guardare avanti alla stagione sportiva 2025, ma prima…
Si torna nel deserto con il Marocco Desert Motoraid a metà dicembre e non vedo l’ora di rimettere le ruote sulla sabbia!!
TERZA TAPPA CAMPIONATO ITALIANO MOTORALLY, SETTEMBRE 2024 - RAPINO
Si dice che quando si tira troppo la corda questa si strappa e -no- difficilmente si fanno eccezioni. Questa è la lezione che devo imparare da questo terzo appuntamento con il Campionato Italiano Motorally, a cui sono già arrivata fisicamente provata.
Di ritorno dal meraviglioso viaggio Royal Ladakh Raid, dove con ritmi blandi abbiamo esplorato le meraviglie del paese in sella a delle Royal Enfield Himalayan, il primo allenamento in enduro mi ha trovato decisamente impreparata. La mia moto mi sembrava persino cresciuta, abituata per due settimane a toccare entrambi i piedi a terra. Così ho deciso di sfatare la mia regola "il weekend prima della gara non si va in moto" per effettuare un ulteriore allenamento.
Il giovedì sera carico il furgone e ad ora di cena parto alla volta di Rapino in Abruzzo. Venerdì veloce installazione della nuova sonda, settaggio strumentazione, verifiche amministrative, tecniche e studio roadbook.
Vado a dormire prestissimo in vista della prima giornata di gara che si preannuncia tosta.
SABATO 21 SETTEMBRE - DAY1 5A PROVA - TOT KM 230 - SS1 LINEA KM 52 – SS2 LINEA KM 44
Partenza dal paddock per raggiungere l'arco di partenza nel centro di Rapino. Ritiro track e ci incolonniamo in base all'ordine di partenza. Alle 9.20 in punto per me e il pilota n.94 scatta il via, si accendono i motori e partiamo in scoperta di questi ignoti 230 chilometri di cui so solamente che dovremo attraversare guadi e torrenti.
Il terreno è da subito a tratti scivoloso come sapone a causa delle copiose piogge cadute durante la settimana, e io con i terreni viscidi non vado molto d'accordo. Parto cauta, pure troppo, per non rischiare subito cadute che possano compromettere le due giornate. Mi rendo conto che sono oltremodo lenta e cerco di darmi una scossa. Mi sento confusa, non pienamente concentrata. Sono sulla difensiva, non in attacco come dovrebbe essere quando si cerca di portare a casa il meglio del risultato. In tutto ciò ci si mette anche la moto che ha un erogazione del gas completamente sballata e mi mette ulteriormente in difficoltà.
Faccio alcuni errori di navigazione nella zona dei guadi, ma quello più grave lo faccio nella zona spettatori saltando un regola trip, o meglio, rimettendolo solo parzialmente. La nota dice di correggere il trip portandolo da 41,49 km a 42,87 km (una foto al roadbook rimane a suggellare questa misura). Mi accorgo di non aver fatto la correzione, mi fermo ma per errore correggo solo le centinaia a 41,87 senza aggiungere un chilometro. Questo mi ha portato all'errore più grosso di giornata, sfilando la nota successiva di quasi 2 km. Torno indietro da regolamento a massimo 30km/h, affranta rendendomi conto che questo errore sarà pesantissimo sul cronometro. Infatti a metà del percorso di gara sono scivolata indietro di una posizione. Riparto dall'assistenza determinata a cercare di recuperare, ma le "sorprese" non finiscono.
Nel primo tratto di trasferimento verso la seconda prova cronometrata vengo letteralmente disarcionata dalla moto da un ramo. Deviazione a destra, mi allargo per affrontare la curva e non mi accorgo di un tronco spezzato nascosto dalle foglie, che come una lancia mi colpisce tra spalla e bicipite del braccio sinistro. Di colpo finisco a terra. Fortunatamente la moto non riporta danni, solo una piegatura della piastra porta roabook. Riprendo fiato, mi rialzo, sollevo la moto e mi rimetto in marcia. Parto per la speciale con ancora un po' di dolore al braccio, ma riesco a guidare e la concentrazione dopo un po' aiuta ad escludere il fastidio. Faccio ancora qualche piccolissimo errore ma a fine giornata riesco a recuperare la mia 5a posizione, strappata un po' per i capelli "grazie" alla penalità presa dall'amica Giulia in una velocità controllata. Sistemata la moto per lo start di domani, anche se non capiamo il problema che affligge l'erogazione, procedo con lo studio del roadbook. Alle premiazioni di giornata ritiro la coppa per il terzo posto come squadra Team indipendenti di cui faccio parte con ACB Rally Action Team, anche se gran parte del merito è dei miei compagni di squadra Marco Falappi, nonché vice-boss Old Farm Racing, Enrico e il Dakariano Francesco Catanese. Dopo le premiazioni mi preparo cena nel mio furgoncino tuttofare, punto la sveglia alle 6.30 e poi stramazzo stecchita.
DOMENICA 22 SETTEMBRE - DAY2 6A PROVA - TOT KM 170 - SS1 LINEA KM 30 – SS2 LINEA KM 32
Questa mattina è stato faticoso uscire dal calduccio del sacco a pelo con le ossa ancora scricchiolanti. Mi stiracchio, mi allungo e ritorno in una forma quasi decente. La botta di ieri, fortunatamente non ad alte velocità, ha prodotto solo un graffietto e un livido, ben poca cosa. Alle 7.00 in punto ci comunicano su canale ufficiale Telegram le note mancanti da disegnare sul roadbook. Sistema che viene adottato quando le prove cronometrate partono vicino al paddock, per evitare che possano essere provate dai piloti prima della gara. Un piccolo battibecco con il team inerente al problema della mia moto, unito alla stanchezza accumulata, sono una miscela esplosiva che mi fa strozzare la colazione nel mio furgoncino con un notevole magone allo stomaco. Loro convinti che sia la carburazione, io strenuamente convinta che dipenda dallo scarico. Scopriremo poi che probabilmente nessuno dei due aveva ragione, poiché sembrerebbe essere dipeso da una valvola rimasta bloccata. Nel trasferimento e alla partenza della prova cronometrata la moto presenta ancora problemi, rumorosa e scorbutica in erogazione. Poi improvvisamente il rumore cambia, si fa più cupo, e la moto torna ad andare come sempre. Purtroppo io invece non sono tornata a posto come la moto e subito alla partenza perdo molto tempo in una incertezza di navigazione. Altri due errori verso fine prova mi portano via ancora molto tempo. Non ci siamo, la testa è altrove. Finisco la prima prova di giornata amareggiata da questi continui errori di navigazione.
Un trasferimento infinito ci riporta al paddock assistenza, dove ho tempo per riprendermi un po'. Parto per la seconda speciale determinata a non sbagliare nulla. Guido meglio, zero errori, ma.... alla nota 443 km 17,86 su una speciale di quasi 30 chilometri, il disegno non mi torna con ciò che ho davanti. In un pratone in campo aperto dobbiamo trovare delle tracce poco visibili per proseguire. Torno al punto certo per riprovare in altra direzione e nel frattempo sono sopraggiunti altri piloti. Anche loro come me non trovano la giusta direzione, ed è il caos. Chi va da un lato, chi dall'altro, almeno 10 moto che circolano disorientate come api stordite dal fumo. Mi fermo, butto lo sguardo più lontano possibile e scorgo il passaggio di un auto in lontananza. Nella nota successiva è disegnata una strada asfaltata vicina alla pista e prendo diretta verso quella direzione. Ci siamo, è lei!! Ma il tempo corre veloce e avrò perso almeno due o tre minuti pascolando nel prato. Vado più veloce che riesco, faccio un paio di sorpassi e senza sbagliare più niente arrivo a fine prova. La 5a posizione è confermata anche per questa giornata, ma sia ieri che oggi con dei distacchi a cronometro davvero imbarazzanti, che moralmente pesano come macigni.
Riporto il furgoncino in versione viaggio con il solito tetris di bagagli e carico la moto. Pronta dopo 170 chilometri di gara ad affrontarne altri 400 circa in furgone, altre quattro ore abbondanti di guida per tornare a casa.
Appuntamento con la finale in terra sarda con ben tre giorni di gara in data 18/19/20 ottobre. Imperativo cercare di fare una prestazione migliore per chiudere al meglio la stagione, per me, per l'impegno e dedizione che dedico a questo sport. Devo assolutamente arrivare più riposata e soprattutto concentrata. Torna quindi in vigore il motto "il weekend prima della gara non si va in moto"!!
Ce la faranno i nostri "eroi" a chiudere in bellezza? Stay tuned ;)
SECONDA TAPPA CAMPIONATO ITALIANO MOTORALLY, GIUGNO 2024 - FOLIGNO
Cari lettori che seguite le mie vicende e ogni tanto mi scrivete che attendete un nuovo resoconto, eccomi con le vicende delle ultime Avventure nella tappa del Campionato Italiano Motorally che si è tenuto nella città di Foligno in data 29 e 30 giugno. Ve lo dico subito, anche questa volta non sono mancate disavventure, tanto che ho pensato di aver sottoscritto un qualche abbonamento "Sfighe Platinum" magari cliccando in qualche banner quando la sera mi addormento con il telefono in mano. Quindi allacciate bene il casco e salite in sella con la Gallorally!
Questa volta i problemi arrivano ancor prima di partire. Dopo aver passato l'intero fine settimana precedente alla gara a lavorare alla moto cambiando l'intera trasmissione catena, corona e pignone, le gomme, preparando filtri aria e tutto l'occorrente dei ricambi, oltre ad abbigliamento e viveri per la classica paddock life, tutto è pronto MA...
Al momento di caricare la moto nel furgone si blocca completamente il freno anteriore. Potete immaginare quale sia stata la mia espressione del momento, alla sera prima della partenza, quando mai il freno aveva accennato il minimo problema. Vi do un aiutino: avete presente L'urlo di Munch? Ecco, quella!Oltre a smontare immediatamente la pinza freno per ripulire i pistoncini, tirarmi una leva un faccia mentre cerco di allargare le pasticche freno, il tutto mentre sono letteralmente divorata dalle zanzare, non posso fare altro. Ripristinato provvisoriamente il funzionamento, non molto convincente, allerto il team che al mio arrivo ci sarà da verificare meglio la problematica.Nel frattempo il mio progetto di caricare tutto prima di cena e riposare un po' è chiaramente naufragato, tant'è che strozzo un boccone quasi alle 22.00 e finisco di caricare tutto alle 23.30. Distrutta stramazzo nel divano. Si parte alla grande!
VENERDI 28 GIUGNO 2024
Appena arrivata al paddock ci mettiamo subito al lavoro sulla moto: spurgo olio, controllo pistoncini. Tutto sembra in ordine, posso procedere con le Verifiche Amministrative e Tecniche. Siamo pronti, manca solo da "fare il Chilometro", il tratto di strada con i riferimenti per settare il raggio ruota. Questa operazione è tanto semplice quanto importantissima, in base a questa misura la strumentazione ci indica quando siamo arrivati alla nota, e se sbagliamo regolazione è molto probabile perdere riferimenti e trovarsi a pascolare senza meta. Questa volta sto anche insegnando ad un amico alla sua prima gara. Il roadbook lo studio al tavolo del ristorante insieme al mio team; un piatto di pasta da un lato e il nostro papiro, forbici, scotch e pennarelli dall'altro. Almeno non ho arrotolato gli spaghetti con un evidenziatore, e già questo non è poco. Dopo cena ci ritiriamo tutti per dormire, ci si prospetta una lunga e calda giornata.
SABATO 29 GIUGNO 2024 - DAY 1, 3° PROVA ITALIANO MOTORALLY
Percorso: Tot Km 206 - SS1 linea km 25 – SS2 linea km 24
Già dalle prime ore della mattina ci rendiamo conto che la giornata di oggi sarà decisamente bollente. La frase più ricorrente tra i partecipanti è "la volta scorsa ci ha ammazzato il freddo e stavolta ci cuociamo dal caldo". Dal canto mio mi basta sapere che stavolta non è prevista pioggia! Ritiro il mio track e attendo l'orario della mia partenza intrattenendomi a chiacchiera con gli altri piloti. Questa volta siamo ben undici quote rosa iscritte, un nulla rispetto all'orda di uomini, ma un numero che pian piano inizia a crescere. Una delle ragazze alla prima partecipazione è abbastanza agitata, cerco di stemperare la tensione con qualche battuta e poi la rassicuro che una volta passato l'arco di partenza l'ansia se ne andrà, così è sempre anche per me. Sempre, ma non stavolta. Durante il trasferimento verso la prima prova cronometrata mi rimane fisso uno strano stato di malessere. Non riesco a stare concentrata, respiro male e guido anche peggio. Mi viene da pensare che mi abbia fatto male qualcosa che ho mangiato, magari è lo spaghetto di ieri che si ribella. Ad ogni modo non c'è molto tempo per stare ad interrogarsi, perché di lì a una decina di minuti riceverò lo start della prima prova cronometrata di giornata. Inizia subito con un settore abbastanza tecnico e continuo imperterrita negli errori alla guida, poi il percorso si allarga in piste più larghe e scorrevoli... PER FORTUNA! Non siamo nemmeno ad un terzo dei 25 km di linea che la leva del freno anteriore mi rimane tirata, mentre il freno va completamente a vuoto. Pianto un dritto clamoroso, giro la moto e prendo la direzione corretta. Evidentemente il problema al freno non era risolto. Menomale che non è capitato nel tratto più impegnativo in discesa, penso tra me e me, ma ora? Come faccio a guidare senza freno anteriore? Cerco nei cassetti della memoria recente di ricordarmi se il roadbook prevedeva discese particolarmente ripide e non mi sembra di ricordarne. Da qui i ricordi si ammassano abbastanza confusi, poiché tutta la concentrazione era focalizzata a dover riadattare tutta la guida alla nuova difficile condizione. L'unica cosa positiva è che quel "mattone" che avevo nello stomaco fino ad adesso, si è dissolto nel nulla. La mia convinzione è che il malessere fosse dovuto al fatto che il mio inconscio già sapesse che il problema al freno non era risolto nonostante l'intervento di ieri. Arrivata in fondo alla prova cronometrata tiro un sospiro.
Questa è andata, procedo cauta nel trasferimento e spero che in assistenza possano fare qualcosa per risolvere. In arrivo al paddock il meccanico si mette subito al lavoro, mentre io recupero le forze mangiando qualcosa. Il caldo è davvero torrido e approfitto del tempo a disposizione per togliere momentaneamente maglia e protezioni, in modo da abbassare la temperatura corporea. E' il momento di ripartire, la moto è pronta e il freno sembra funzionare, ma rimango guardinga. Durante il trasferimento verso la seconda prova cronometrata avverto ancora un comportamento anomalo della leva e decido che la mia strategia sarà quella di fingere di non avere il freno anteriore e usarlo solo se strettamente necessario (sperando che funzioni). L'infortunio di un pilota nel settore cronometrato ci tiene bloccati per quaranta minuti sotto al sole rovente e tengo il casco indossato per evitare di bruciarmi la testa, insieme a quei due poveri neuroni che si sentono soli come la famosa particella di sodio. Finalmente possiamo ripartire e non vedo l'ora di raggiungere l'ombra del bosco, motivo per cui credo che questa sia stata la partenza più veloce che abbia mai fatto. Procedo con cautela nei punti più stretti e navigati e cerco di spalancare il gas ogni qualvolta mi trovo davanti un tratto più veloce e scorrevole. E' una condizione per niente facile, ma in qualche modo ho trovato il sistema per gestirla. Terminata anche la seconda prova di giornata mi fermo con altri piloti per bagnarmi il viso e la testa ad una fontanella, prima di intraprendere l'ultimo trasferimento che ci riporta al paddock. Giusto per non farsi mancare nulla, si è messo a trafilare olio dal paraolio del pignone, ma finché la perdita è minima non rappresenta un grosso problema per la moto, anzi, tiene lubrificata la catena. Dritta o storta questa giornata l'abbiamo portata al traguardo, forse più storta che dritta, ma almeno sono riuscita a mantenere la mia 5a posizione di classe femminile e una "dignitosa" 149a posizione assoluta nel totale dei 268 piloti che hanno preso il via di questa calda giornata. Niente ristorante stasera. torno al mio classico menù con pasta integrale, olio, tonno e formaggio, cucinata in furgone con il mio fornellino da campeggio. Dopo cena studio del roadbook insieme alla mia amica e compagna di squadra Giulia e poi di filata a dormire.
DOMENICA 30 GIUGNO 2024 - DAY 2, 4° PROVA ITALIANO MOTORALLY
Percorso: Tot Km 200 - SS1 linea km 29 – SS2 linea km 23
Sveglia presto, oggi si parte una mezz'ora prima. Pensavate per caso che i problemi fossero finiti? Eh no! Ne mancava ancora uno all'appello, e nemmeno di poco conto. Avevo sentito un comportamento abbastanza anomalo dell'ammortizzatore posteriore ieri sera di rientro al paddock, ma davamo colpa anche alle altissime temperature che magari facevano lavorare male l'olio contenuto nell'ammortizzatore. Invece le tenute non avevano tenuto e di olio non ce n'era più nemmeno una goccia. Come si dice in gergo, il mono è scoppiato! Me ne accorgo quando tiro giù la moto dal cavalletto centrale e, contrariamente al normale minimo abbassamento, la moto finisce per sbattere con il paramotore sul cavalletto abbassato. Ohi Ohi, Eli... siamo nei guai! In questa situazione non si può fare assolutamente nulla, la scelta è correre o ritirarsi, e io decido per la prima opzione, o meglio, alla seconda non ci penso nemmeno. Mi prende un attimo di sconforto e mi scappano due lacrime. Se penso ai sacrifici enormi di tempo ed economici che faccio per cercare di portare avanti questa passione, non mi sembra giusto che tutte queste sfortune mi siano capitate proprio in gara e non nelle uscite di allenamento, nonostante tutte le cure e attenzioni che riservo alla moto. Ma purtroppo sono cose che capitano, sono oggetti meccanici e nonostante tutte le attenzioni che possiamo riservargli il rischio di problemi si abbassa di molto, ma non si azzera del tutto. Dopo questo breve sfogo però si rimette su il sorriso, cercando di affrontare la giornata al meglio possibile. In questo mi aiuta molto passare un po' di tempo nell'area della partenza, scherzando con gli altri amici piloti anche sul mio stesso filotto di sfighe del weekend. Ringrazio molto il mio compagno di partenza Iacopo, che anche se non c'è stato bisogno di aiuto, nel trasferimento era sempre dietro a me come un'ombra e mi faceva sentire più tranquilla. Il percorso di oggi era molto più enduristico e accidentato, a farsi dal primo tratto di trasferimento che ha mietuto subito le prime "vittime" con errori di navigazione e ritardi al controllo orario. Almeno in questo non ho avuto problemi, se non per le difficoltà dovute all'ammortizzatore, e in arrivo al controllo orario ho ancora 10 minuti di anticipo per riprendere fiato. Anche oggi come ieri la strategia è quella di recuperare quanto più possibile nei tratti scorrevoli, ponendo maggiore attenzione ai tratti più accidentati, che oggi sono molti di più.
Nelle pietraie la moto scarta ovunque, ancora più difficili le salite sconnesse, dove il saltellamento dell'ammortizzatore fa perdere trazione alla moto. Tutto questo si traduce in maggiori rischi di caduta e un notevole affaticamento, superiore rispetto alle condizioni normali. Inizio a vacillare in un tratto veramente impegnativo e stretto, con grosse pietre tra cui fare lo slalom, in un terreno viscido e con alcuni scalini di pietra a scendere. Qui ho perso veramente tanto tempo e mi sembrava non finisse più. Poi finalmente il terreno si allarga di nuovo e posso tentare di recuperare un po' di terreno. Il cartello di fine settore selettivo mi appare come un miraggio. Intanto almeno la prima prova l'abbiamo portata a termine. Solitamente non guardo i posizionamenti durante l'assistenza per paura di condizionarmi, ma il buon Nazza (Nazzareno Falappi capo di Old Farm Racing) mi accoglie dicendo "se riesci a resistere per ora sei terza!". Mi scappano gli occhi di fuori. Conoscendo le mie avversarie lo ritengo impossibile, e invece stavolta non sono stata l'unica ad avere problemi. L'amica Alessia è incappata in una caduta che le ha fatto perdere un sacco di tempo, e la fortissima Jasmine ha avuto problemi di benzina in prova cronometrata. Mi lascio però questa informazione alle spalle, perché io non posso permettermi di pensare ad altro che a cercare di guidare al meglio che riesco. Il risultato lo guarderò alla fine. Nella seconda prova cronometrata faccio un piccolissimo errore di navigazione, ma per il resto non sbaglio mezza nota. Nonostante le difficoltà di guida ho ancora grinta e voglia di cercare di far bene, anche se il fisico ha iniziato a chiedermi di rallentare un po'. Correggere costantemente i rimbalzi mi ha stancato più del solito. Anche il secondo settore selettivo è terminato, ora posso affrontare tranquilla il breve trasferimento che ci riporta al paddock. A dispetto delle difficoltà ce l'ho fatta, ho terminato anche questa impegnativa giornata e a sorpresa riesco a mantenere la posizione chiudendo 3a di classe femminile e 148a su 252 piloti allo start.
Non sarà stato meritato al 100%, ma salire su quel terzo gradino del podio con tutto quello che è successo in queste due giornate è stata una soddisfazione ancora più grande!
L'appuntamento con la prossima tappa di campionato sarà il 21 e 22 settembre a Rapino, in Abruzzo. La patria delle pietre!
Ora è tempo di staccare un po' la spina dalle competizioni (non dalle uscite di allenamento) e incrociare le dita che il mio viaggio in Ladakh in sella alle Royal Enfield possa raggiungere il numero necessario a partire. Se volete viaggiare insieme a me cercate il viaggio "Royal Ladakh Raid"! ;)
21 APRILE 2024 - DAY 3 - 1° PROVA RAIDTT E 2° PROVA MOTORALLY - KM TOTALI 142
Ultima giornata di gara di questo primo appuntamento di campionato. Splende il sole e c’è una temperatura veramente ottima. Ieri sera non era stato pubblicato l’ordine di partenza, per cui ho impostato la sveglia alle 6.30 come per le altre mattine. Parto poco prima delle 10.00, quindi ho tutto il tempo di prepararmi con calma stavolta. Partire con il sole mette decisamente di buon umore. Lo speaker annuncia il mio nome, e inizia il rito della partenza. Spingo la moto a motore spento fino alla linea di partenza, ritiro la tabella di marcia, salgo sulla moto, indosso la mascherina e attendo lo scoccare del mio minuto per accendere la moto. Ci siamo! Marcia inserita e SI PARTE!
Nel primo tratto di trasferimento abbiamo un primo punto rifornimento facoltativo. In teoria con il mio serbatoio maggiorato non ci sarebbe bisogno, ma non si sa mai, io laddove è possibile mi fermo sempre, e stavolta la strategia ha pagato. Quando arriviamo al controllo orario ci viene comunicato che la prima prova di giornata è annullata per presenza di persone lungo il percorso gara. Veniamo quindi dirottati subito verso la seconda prova, modificando il percorso. Questo vuol dire che i punti rifornimento risultano tutti scombussolati. Il distributore che troviamo andando verso il controllo orario, che poi è lo stesso a cui mi sono fermata prima, non funziona più e nessuno riesce a fare rifornimento. Ci mancano ancora due parti di trasferimento e una linea da 34 km e con il consumo della mia moto, se non avessi fatto il rifornimento facoltativo sarei probabilmente rimasta a secco prima del traguardo. Con l’amico Claudio, oggi compagno di partenza, ci divertiamo facendo un pezzo di trasferimento insieme. Arrivati al punto del controllo orario una lunghissima fila di piloti. La modifica del percorso ha significato lo spostamento anzitempo dei cronometristi e delle ambulanze, per cui ci sono dei tempi tecnici da attendere prima di poter far partire il primo pilota. Alcuni addirittura decidono di andare in cerca di una trattoria nell’attesa, mentre io mi intrattengo con altri in chiacchiere seduti a terra all’ombra delle piante. Più o meno sono state due ore di attesa, ma in buona compagnia onestamente non sofferte più di tanto. Certo, a questo punto era più un'atmosfera da uscita “della domenica” piuttosto che di gara.
Arrivata al mio momento di timbrare al controllo orario, arriva la notizia: siamo di nuovo fermi. Purtroppo si è verificato un duplice incidente sul percorso. Un pilota a fine settore cronometrato, e un altro più grave all’inizio per cui è stato necessario l’intervento dell’elicottero. Sono state altre due ore di attesa, condite dalla preoccupazione di non avere notizie dell’incidente più grave. L’elicottero attiva i motori, parte un applauso e presumo che siano arrivati segnali incoraggianti di ripresa conoscenza del pilota. In questo scombussolamento emotivo e di attesa riparte la gara. Non è stato semplice riportare la concentrazione sulla moto, ma in qualche modo siamo qui e proviamo a ripartire. Cinque… quattro… tre… due… uno… VIA! La prova è bella veloce come piace a me, inizialmente non molto tecnica, né navigata. Solo da dar gas più che si può. Poi inizia la confusione. Il trip non è preciso con il chilometro indicato nelle note, provo ad aggiustare, ma un momento dico ok ci siamo e quello dopo non mi torna di nuovo. Riesco a trovare un riferimento certo e inconfutabile e mi fermo per portare il trip alla misura corretta. Tiro un sospiro di sollievo e riparto, ma purtroppo c’era poco da sospirare, poiché quando arrivo alla parte con le note più ravvicinate il problema torna a ripresentarsi. Ad un certo punto nella confusione quasi più totale stavo procedendo un po’ a “scommessa”, cosa che in questa disciplina non si fa. Ma non avevo una nota certa a cui tornare, avrebbe implicato una grossa perdita di tempo. A questo punto o sono persa del tutto o provo a continuare sperando di trovare di nuovo un riferimento. Nella speranza di aver trovato proprio quel riferimento svolto a sinistra, ma quasi subito mi sento fischiare alle spalle da un altro pilota che mi fa cenno che sto sbagliando. Rigiro la moto nella sua direzione, ma lui giustamente è già ripartito, per cui spero in un altro riferimento, stavolta magari che sia quello giusto. Mi trovo ad una sorta di cancello, una strada va a sinistra in discesa e una prosegue dritto in salita. Provo a scorrere il roadbook per cercare un disegno che corrispondesse a questa situazione. Lo trovo poche note più avanti e regolo ancora una volta il trip su questa nota. Ora è il momento della verità. In base alla nota successiva, se tra 6/700 metri trovo un rudere con dei cipressi sono salva, altrimenti sono persa. Con quale ansia ho percorso questa distanza non sto nemmeno a dirvelo. Fortunatamente rudere e cipressi si materializzano davanti ai miei occhi. Sono ancora in gara! Dopo questo settore di grande confusione di nuovo un tratto veloce, scorrevole e niente più problemi di smarrimento. Anche questo settore selettivo lo abbiamo portato a casa. A causa della prova cancellata la mattina, la direzione gara ha deciso di inserire un giro di cross test al fettucciato del prologo come ultimo settore e selettivo. Un breve tratto di trasferimento e siamo al cancelletto di start dell’ultima prova. Le energie ci sono, la voglia pure. Do il tutto per tutto, strappando un 2’13” netto che per questa singola prova mi fa posizionare 143a su 194 piloti nella classifica assoluta e 4a in quella femminile. Purtroppo questo non basterà a sanare il tempo perso per i problemi di navigazione, per cui scivolerò di nuovo indietro in 149a di classifica assoluta e 6a in quella femminile, con soli 30 secondi di distacco dalla pilota che mi precede. Per il risultato non posso essere felice al 100%, ma so di aver fatto del mio meglio e non posso crucciarmi più di tanto dopo un fine settimana così impegnativo. Le mie avversarie sono tutte degli ossi duri, quindi orgogliosa di aver battagliato fino all’ultimo metro.
Sono state tre giornate tutte molto impegnative, sotto ogni aspetto: fisico, di stress, per il meteo. Ma proprio resistere anche a tutte queste variabili fa parte del gioco. Il prossimo appuntamento sarà a Foligno il 29 e 30 giugno e... speriamo in una gara senza pioggia!!
20 APRILE 2024 - DAY 2 - 1° PROVA RAIDTT E 1° PROVA MOTORALLY - KM TOTALI 254
Se avessi saputo in anticipo esattamente lo svolgimento della giornata, mi sarei svegliata al grido di Gooood Morning Vietnam (citazione cinematografica di una pellicola del 1987 che forse capiranno in pochi). Le previsioni dicono che potremmo, sottolineo POTREMMO, incontrare piogge da deboli a modeste nel corso della giornata, per cui kway pronto all’uso all’Interno del camelback. In partenza il cielo è completamente grigio, ma non sembra promettente rovesci imminenti. Il percorso di trasferimento è divertente e fino a qui ho zero preoccupazioni. Arrivata al controllo orario che precede la partenza del primo settore selettivo, abbiamo tempo per uno scambio di battute con gli altri piloti, ignari di quello che ci attende. Sono ormai in procinto di ricevere lo start quando iniziano a cadere le prime, timide, goccioline. Ormai mettere l’antipioggia è fuori discussione, una volta partito il cronometro non ci si ferma più. Il tracciato sarebbe stato tecnico anche senza pioggia, ma in questo caso diventa come guidare sul sapone. Nel frattempo la pioggia si intensifica e nel giro di poco sono zuppa. Provate ad immaginare di guidare su un terreno scivoloso, mentre cercate di guardare le indicazioni del roadbook, con la mascherina che nel frattempo si appanna e si sporca di fango e acqua, che a cercare di pulirla si fa peggio che meglio. Il tutto cercando di andare più veloce, o meno lenta possibile, per la classifica. Dove mettere le ruote a volte è una scommessa in queste condizioni, e non sempre è vincente. Alcuni piloti si sono tolti la maschera, ma io non me la sento. È vero, si vede probabilmente un meglio, ma il rischio di farsi gravemente male agli occhi è veramente troppo elevato. Tra una scivolata e l’altra, e un errore di navigazione di cui avrei fatto volentieri a meno, arrivo finalmente in fondo alla speciale. CINQUANTACINQUE minuti di pioggia ininterrotta e fango. Trovo il mio amico dakariano Jader Giraldi e l’unica cosa che riesco a dire è “se mi chiedete cosa è l’inferno per me, direi che questa speciale lo rappresenta molto bene!”. Sono fradicia da strizzare, ma metto comunque l’antipioggia sopra, nella speranza mi ripari almeno dall’aria mentre sono in marcia. Fa freddo, un freddo assurdo. Sono rigida come un gatto di marmo e le mani non me le sento più. Mentre guido cerco di scaldarle sull’espansione della moto, ma nel più dei casi mi brucio e basta, e la sensazione di calore svanisce troppo velocemente. Arrivata al rifornimento a fatica riesco ad estrarre il bancomat da quanto ho perso mobilità nelle dita. Sono al limite della resistenza e onestamente mi viene quasi da piangere per la sofferenza, ma l’idea del ritiro non mi sfiora neanche da lontano. Di passaggio in mezzo ad un paesino, non saprei nemmeno dirvi quale, scorgo un alimentari. Mi fermo e abbandono la moto a bordo strada. Apro la porta ma non entro, sono un cumulo di fango. Gli scaffali non mi fanno vedere nulla, ma con il massimo di voce che riesco a tirare fuori mi annuncio così: “non entro perché sono sporca e fradicia, ma se c’è qualcuno per favore avete dei guanti di lattice?" Il proprietario si affaccia e subito si prodiga per portarmi della carta per asciugare le mani e mi da i guanti di lattice da mettere sotto ai miei da moto che sono da strizzare. Lo ringrazierò da qui all’infinito, anche se non saprei nemmeno ritrovarlo.
Riparto un po’ rinfrancata. Il freddo ovviamente non è passato ma almeno le mani adesso stanno leggermente meglio. Quando sono ormai vicina all’assistenza smette di piovere ed esce un timido sole. Sono sfinita, mi dicono che alcuni piloti si sono ritirati per il freddo. Nazzareno Falappi, il mio “boss” Old Farm Racing, si premura subito delle mie condizioni e mi chiede se sono ancora in gara o arrivata via asfalto come i ritirati. Lo rassicuro, sono un ghiacciolo, ma un ghiacciolo ancora in gara. Il sole in questa pausa è una manna, mi scalda e asciuga quasi del tutto. Cambio il roadbook, rabbocco l’olio al miscelatore e lascio il resto nelle sapienti mani di Massimo Chinaglia detto Bubi e Antonio Bozzi, i miei meccanici di fiducia dell’ABC Rally Action Team. Io recupero un po’ di energie con il pane e prosciutto che il nostro Nazza ci fa sempre trovare pronto in assistenza. Riparto con anticipo per arrivare con calma al controllo orario, il peggio sembrava ormai alle spalle, ma è solo un’illusione. Timbro la tabella al mio orario e mi accodo alla fila di piloti che attendono lo start della seconda prova di giornata. Si alza un vento forte, arrivano velocissimi dei minacciosi nuvoloni neri, lampi in lontananza e riprende a piovere. Ma che diavolo!! È sincronizzato con la mia partenza?? Stavolta almeno ho già indosso l’antipioggia, ma capirete che ben poco fa contro goccioloni grossi come gavettoni. Dentro agli stivali ormai mancano solo le ranocchie. Parte così la mia prova speciale. Nemmeno a dirlo fango scivoloso ovunque e visibilità zero. So che nella prima prova ho perso una posizione e caschi il mondo, con il coltello tra i denti non mollo niente nella speranza di recuperare un po’ di tempo. In cima ad una salita scorgo un pilota stuccato nel fango, spinge e spinge, ma non riesce ad uscirne. Provo un'altra traiettoria. Per quanto brutta potesse sembrare funziona e riesco proseguire. Scoprirò solo poi che quella moto è stata recuperata solo grazie all’utilizzo di una jeep e corde per tirarla fuori. Sembra una barzelletta, ma non lo è, alla fine della prova cronometrata spunta di nuovo il sole. Gli assistenti di gara ci comunicano che per motivi di sicurezza tutto il resto del percorso è stato annullato e ci danno le indicazioni per tornare al paddock via asfalto. Negli incroci strategici si sono gli addetti ad indicarci la svolta. Di ritorno a Riotorto solita consegna tabella di marcia, roadbook di giornata, transponder e ritiro del papiro per l’ultima giornata di gara. Io e la mia moto siamo monocromaticamente colorate di fango. In queste condizioni è impossibile fare la benché minima manutenzione e così, se pur fradicia, stanca e infreddolita mi metto in fila con altri piloti per dare una lavata anche sommaria alla moto. La fila è lunghissima ma inizialmente scorre abbastanza velocemente, poi brusco rallentamento a causa di alcuni piloti che hanno deciso di portare le proprie moto ad un livello di pulizia che nemmeno ai concessionari. Alla fine sono state due ore di attesa, con una parte finale davvero snervante. Arrivo al paddock che sono le nove di sera, devo finire le manutenzioni, togliermi finalmente gli indumenti da gara da dosso, cenare e studiare il roadbook. Sono letteralmente nevrastenica e inavvicinabile per la grande stanchezza. Un piatto di pasta caldo calma il mio spirito e lo studio del roadbook insieme alla mia amica e compagna di squadra Giulia riporta un po’ di serenità e risate. Anche se abbiamo dovuto spronarci a vicenda per non addormentarci sul tavolino con la faccia spiaccicata sul rotolo di carta. Evidenziata anche l’ultima nota possiamo archiviare questa interminabile giornata e andiamo a dormire. Tra poche ora la sveglia ci tirerà giù di nuovo dalle nostre brande.
19 APRILE 2024 - DAY 1 - 1° PROVA RAIDTT - KM TOTALI 245
Ci siamo! Il primo giorno di questo campionato è arrivato. C’è sempre quella sensazione di ansia mista ad agitazione negli attimi che precedono lo start, ma quando accendo il motore della moto, innesto la marcia e parto, tutto sparisce. Non c’è più spazio per i pensieri, tutta la concentrazione è per quelle note che mi guidano nel percorso. Che la “caccia al tesoro” abbia inizio! Il primo tratto di trasferimento verso la prima speciale è utile per riprendere confidenza con la navigazione e per preparare il fisico alla lunga giornata. La prima prova cronometrata è caratterizzata da un terreno tecnico con pietraie e canali insidiosi. Proprio in uno di questi canali perdo il controllo della moto e mi ritrovo a terra. Un appoggio banale, ma in questo appoggio mi gioco un bel jolly ritrovandomi uno spuntone di tronco proprio puntato vicino al mento. Diciamo che schivato il rischio non sono propriamente ripartita a gas spalancato, ma ho avuto un momento di guida conservativa mentre ricercavo la concentrazione e dimenticavo il tronco aguzzo. Ancora sentieri stretti che serpeggiano nel bosco fitto, discese con pietre e canali, pozze di fango. C’è veramente di tutto in questa prova. Una nota dice “pozza di fango e svolta a destra poco visibile”. Passo la pozza e prendo a destra, ma non mi sembra così poco visibile e la nota successiva non torna con quanto disegnato sul roadbook. Non rimane che tornare indietro e provare a ritrovare il percorso giusto. Che stupida! Guardando meglio il disegno, la svolta poco visibile era PRIMA della pozza di fango, non dopo… ok, trovata, correggo il trip (lo strumento che segna i chilometri) e riparto.
Alla fine della prova cronometrata ci viene data l’ora esatta di uscita a cui sommare il tempo imposto dalla direzione gara. Questa somma determina l’orario di presentazione al prossimo controllo orario. Durante il trasferimento verso l’assistenza mi imbatto in uno dei miei compagni di team che è rimasto senza carburante. Non so quanto manca al rifornimento e la mia moto consuma molto per poter cedere carburante. Mi dice di andare avanti e avvertire gli altri compagni di team che viaggiavano con lui di proseguire senza aspettarlo. Dopo poco meno di 10 km trovo il distributore segnalato dal roadbook, con una lunga fila di piloti in attesa di fare rifornimento. Ci sono anche i miei compagni di team e fortunatamente anche Carlo è riuscito con un alito di benzina a raggiungerci al refuel. Mi sento veramente sollevata nel vederlo arrivare. Sono tante le variabili che possono fermarci in gara, ma rimanere a secco di carburante a pochi km dal rifornimento è mortificante. Percorriamo un pezzo di trasferimento tutti insieme, poi li perdo in quanto più veloci di me. In un tratto di salita un po’ più impegnativo li ritrovo, sono fermi ma non posso fermarmi per chiedere se ci sono problemi altrimenti da qui non riuscirei a ripartire. Sono in tanti e sicuramente si stanno aiutando a vicenda. In un tratto di sterrata veloce che serpeggia tra gli olivi sono in scia ad altri piloti, la polvere mi offusca la visibilità e purtroppo vedo solo all’ultimo dei canali secchi molto profondi. Un brutto rimbalzo e finisco con la ruota anteriore in una buca. Fortunatamente stanno arrivando altri piloti e si fermano ad aiutarmi per tirare fuori la moto. Finalmente arrivo in assistenza e ho tempo di riposare e mangiare qualcosa, mentre il team si prende cura della mia Beta controllando che sia tutto in ordine e facendo il pieno al serbatoio. Riparto dall’assistenza presto per arrivare al controllo orario con tranquillità e senza prendermi rischi. Il percorso della seconda prova speciale è lo stesso della prima, ma percorsa al contrario. Può sembrare che questo ci renda le cose più semplici, ma non è così, perché percorsa in senso opposto è in tutto e per tutto come percorrere un prova speciale completamente differente. Stavolta nessuna caduta e nessun jolly giocato. Terminata anche questa prova non rimane che percorrere l’ultimo tratto di trasferimento fino a rientrare al paddock. È stata una giornata lunga, 250 km faticosi a livello fisico, ma non è ancora finita. Sarebbe bello arrivare al paddock, cambiarsi e sdraiarsi un po’, ma qui non siamo nel mondo dei professionisti che abbandonano la moto e hanno chi se ne occupa per loro. Noi amatori dobbiamo fare in autonomia tutta la piccola manutenzione per preparare la moto al giorno successivo: cambio filtro aria se necessario, controllo e pulizia forcelle, controllo e ingrassaggio catena… insomma, un piccolo check-up che comunque richiede tempo. Dopodiché c’è da studiare il roadbook, e finisco sempre per andare a dormire tardi.
CAMPIONATO ITALIANO MOTORALLY E RAIDTT 2024
Ci siamo! Per il secondo anno mi schiererò al via dei due campionati Italiano Motorally e RaidTT, e ancora una volta la mia moto vestirà i colori di Avventure nel Mondo. Le grafiche sono simili, ma la moto cambia. Affezionata al marchio Beta, che recentemente ha accompagnato me e il mio gruppo nel viaggio Marocco Desert Motoraid ad inizio dicembre 2023, rimango fedele al modello Xtrainer 300 2t come la precedente moto, ma passando dal modello 2016 al 2023. Sarà fedele per tutta la stagione? Vedremo quali Avventure aspettano me e Betty in questa Avventura!
Il primo dei quattro appuntamenti con la navigazione si tiene a Riotorto dal 18 al 21 aprile.
Nella giornata di giovedì 18 iniziamo con le Verifiche Amministrative, dove vengono validate le iscrizioni controllando i documenti dei piloti, licenze e certificati medici, e consegnato il "papiro", il roadbook che ci guiderà nella prima giornata. Per chi non conosce la disciplina, dovete sapere che noi piloti non abbiamo la minima idea del percorso che andremo a percorrere. Solo la sera che precede la gara iniziamo a farci un'idea di cosa ci aspetta studiando roadbook e briefing, attraverso i quali sapremo se ci saranno salite o discese impegnative, scalini di pietra, pozze di fango da evitare o coccodrilli da cui non farsi azzannare. Ma il percorso vero e proprio rimane ignoto e lo scopriremo solo seguendo le frecce disegnate nel papiro, nota dopo nota, cercando di non sbagliare direzione. Questa per me è la magia di questi rally. Non è solamente velocità pura, ma anche bravura nell'interpretare con precisione, e più velocemente possibile, le note del roadbook.
Applicate le tabelle sulla moto, questa volta sono il numero 106, procediamo alle Verifiche Tecniche dei mezzi. Qui viene controllata la regolarità della moto. tutte le leve devono essere integre, luci funzionanti, viene controllato il libretto di circolazione numero di telaio e che la revisione sia in regola. Superata anche questa fase siamo pronti per correre! Alla fine di tutte le verifiche ci sarà la prima sfida con il prologo. Un percorso disegnato in un campo e delimitato da paletti e fettucce, i cui tempi definiranno l'ordine di partenza della prima giornata di gara. Nonostante la mia condotta di guida conservativa, dovuta al terreno reso scivoloso dalle piogge, strappo una 139a posizione su 184 piloti.
FINALE CAMPIONATO MOTORALLY E RAIDTT 2023 - OLBIA
Dunque è arrivato l'atto finale di questa stagione gare 2023. Con il Sandalion Rally di Sardegna si chiudono i due campionati Italiano Motorally & Raid TT e al momento dell'apertura ufficiale delle iscrizioni si intuisce subito che non sarà una passeggiata. Non lo è mai, ma a maggior ragione quando ti trovi davanti ad un chilometraggio importante. Le tappe più lunghe da quando ho iniziato a cimentarmi in queste competizioni. Oltretutto dal ritorno dal viaggio in Canada il tempo di allenamento è stato poco e in quei pochi allenamenti finivo sempre con un unico pensiero: non sono pronta! Ma non vogliamo tirar giù il carico di briscola venendo attanagliata da un bel raffreddore prepotente a pochi giorni dalla partenza?? Ma certo che si! Non ci facciamo mancare nulla! Se volete avere un assaggio di quello che sono stati questi tre giorni di gara, potete provare a mettere una molletta al naso e andare a correre (e qui in accompagnamento ci stanno bene diverse emoticon, ma faccio scegliere a voi quella che ritenete più appropriata).
18 OTTOBRE 2023 - PARTENZA DA LIVORNO
La Grimaldi Lines Livorno-Olbia delle 22.30 si riempie di camper, furgoni assistenza, carrelli moto... praticamente un paddock galleggiante, e anche successivo bivacco per i piloti che non hanno preso la cabina per la notte, me compresa. Il giorno dopo sbarchiamo ad Olbia nella prima mattinata. Il vero paddock inizia a popolarsi con i giganti dei team ufficiali: Yamaha, Aprilia, Fantic, Honda, Beta e a seguire tutti i piccoli team e piloti indipendenti. Giusto il tempo per pranzare e siamo subito operativi per le verifiche Amministrative e Tecniche dei mezzi. Ma non sarà un giorno di sole verifiche, e infatti nel pomeriggio i piloti iscritti al RaidTT sono richiamati a schierarsi per una manche di Cross Test che determinerà l'ordine di partenza del venerdì. Faccio quindi anche io la mia "comparsa" nel circuito, strappando un dignitoso 2'.02.44, 159° tempo su 181 piloti. Il primo tempo lo segna un tale Alex Salvini, sei volte oro negli Assoluti di Enduro e Campione del mondo Enduro nel 2013, stoppando il cronometro a 1'31.40.
Questa sera lo studio del roadbook lo condivido con la mia amica ed omonima Elisa, che nella giornata di domenica prenderà parte alla sua primissima gara Motorally, ed insieme curiamo tutti i dettagli utili per questa sua prima esperienza.
20 OTTOBRE - DAY 1 - 2° PROVA RAIDTT
Percorso: Tot Km 311 - SS1 linea km 22 – SS2 linea km 32 – SS3 linea km 20
Dopo tanti mesi si torna a correre seguendo le indicazione del roadbook e considero questa giornata come una giornata di rodaggio. Siamo solo cinque ragazze iscritte a questo campionato e non ho le carte per combattere con le mie avversarie, quindi è anche inutile prendersi rischi superflui. Mi concentro più che altro nel non fare errori di navigazione e riprendere ritmo. Il terreno è per lo più duro e scivoloso, con piste sterrate veloci, alternate a tratti più tecnici e sassosi. Nel primo tratto di trasferimento sento un rumore sospetto, sento sbattere qualcosa ma guardandomi intorno mentre guido non vedo nulla. Mi fermo un attimo. Stavo perdendo la targa, quella gialla che possiamo montare per le competizioni, e che ci evita di smarrire o danneggiare l'originale. Le viti sono saltate e quindi la fisso alla buona con delle fascette
311 km, di cui molti in offroad, sono lunghi e cerco quindi di affrontare la tappa nota dopo nota senza pensare a quanto manca alla fine. Allo start della SS3 però sento alcuni piloti dietro di me che dicono "dai, abbiamo 20 km di speciale e poi gli ultimi 60 km di trasferimento". Sessanta di trasferimento, SESSANTA!! quel numero mi è arrivato come una badilata sul casco. Mi ero convinta che dopo l'ultima prova cronometrata sarebbe mancato poco all'arrivo e quelle parole mi riportano ad una consapevolezza di cui volevo fare a meno. 3-2-1 VIA!! L'ultima prova cronometrata scorre veloce e divertente, forse troppo, infatti in un tratto in discesa in una delle curve mi scivola la ruota posteriore e finisco in un fossetto. Zero danni per me e la moto, solo un po' di tempo perso per rimettermi in corsa.
A fine speciale incontro il mio amico Marco che ha riportato un guasto alla leva di avanzamento roadbook in una caduta. E' stato divertente percorrere insieme l'ultimo tratto di trasferimento, con me che facevo da apripista. All'arrivo consueta eliminazione del roadbook di giornata, ritiro di quello per il giorno seguente, e restituzione del tracky. Questo dispositivo di sicurezza monitora la nostra posizione lungo tutto il percorso e ha dei pulsanti con cui poter inviare segnale di SOS, ma spiffera anche se superiamo il limite nelle zone di velocità controllata e se tagliamo lungo il percorso. Sostanzialmente è uno SPIONE che però ci tiene anche al sicuro.
21 OTTOBRE - DAY 2 - 2° PROVA RAIDTT E 7° PROVA MOTORALLY
Percorso: Tot Km 288 - SS4 linea km. 71 – SS5 linea km. 54 – SS6 fettucciato
Nella notte è scesa una pioggia copiosa e io sono riuscita a dormire a fatica a causa del raffreddore ancora peggiorato. Sotto gli occhi non ho delle borse ma degli zaini della Ferrino da 30 lt. Ad ogni modo forza e coraggio, una ricca colazione e si indossa "l'armatura" da pilota, scorta di fazzoletti ricaricata e via.
Ieri si scivolava negli sterrati troppo aridi, oggi si scivola per il terreno bagnato nel sottobosco. Una situazione del tipo "Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai".. e scivolerai!
Arrivo alla partenza della prima prova cronometrata con naso tappato, orecchie tappate e casco che mi sembra più stretto e pesante del solito. Davanti a me 70 km di prova cronometrata in cui non mi posso di certo fermare per soffiarmi il naso. Un po' di incertezza nella lettura di alcune note, tanti sorpassi subìti e un piccolo errore in un tratto di navigazione in cui si procede orientandosi con delle balise (mucchietti di pietre). Non una prestazione con i fiocchi, ma credo il massimo che potevo fare. Arrivata in assistenza ho tempo di riprendermi un attimo e mangiare qualcosa, prima di ripartire per il trasferimento verso la seconda prova cronometrata. Questa speciale è decisamente più facile. Terreno bagnato ma con una buona aderenza, tratti veloci e non troppo tecnici. Molto veloci! Solo un tratto veramente enduristico in salita e pieno di pietre, in cui a voce alta incito la mia moto a non mollare: "dai Tina che ne siamo quasi fuori! Resisti! Dai che ce la facciamo!"
Stavolta mi sento di essere andata bene e non ho fatto errori. Ancora un trasferimento e l'ultima prova di oggi che si svolge nello stesso circuito del prologo. L'obbiettivo è cercare di migliorare il tempo fatto giovedì, ed entro agguerritissima. Rimango però spiazzata nel vedere quanto il terreno si sia deteriorato con il passaggio delle moto e alla fine il cronometro sentenzia 2'04.46. Rimango delusa di quei due secondi in più, ma mi accorgo poi che anche le mie avversarie hanno fatto lo stesso. Finalmente arrivo al paddock, orgogliosa di aver portato in fondo anche questa impegnativa giornata. Ma non c'è un attimo di respiro. Subito vado a fare il pieno al serbatoio e poi a seguire cambio gomma posteriore, cambio filtro aria, pulizia forcelle, catena e tutte quelle piccole manutenzioni necessarie a preparare la moto per l'ultima giornata di gara. Grazie ad un compagno di team, che mi cede un pezzo di plastica giallo ridisegno anche la targa, evitando così di dover montare quella originale. Si perché oggi, nonostante non sia mai caduta, le fascette non hanno tenuto e la targa mi ha abbandonato. Finisco tutte le operazioni alla luce della mia torcia frontale e inizio poi lo studio dell'ultimo roadbook di questa stagione 2023, mentre con il fornelletto da campeggio mi preparo un piatto di pasta. L'imperativo è riuscire ad andare a dormire prima possibile. Spengo il telefono, zero distrazioni e finito lo studio mi rintano nel mio sacco a pelo, crollando subito in un sonno profondo.
22 OTTOBRE - DAY 3 - 2° PROVA RAIDTT E 8° PROVA MOTORALLY
Percorso: Tot Km 177 - SS7 linea km. 35 – SS8 linea km. 57
Ultima giornata di gara dell'anno. Il cielo stamani ci regala uno spettacolo meraviglioso, sembra di essere dentro ad un dipinto. Un'atmosfera davvero magica precede il nostro start. Un breve tratto di trasferimento quasi interamente su asfalto ci porta alla partenza della prima prova di giornata. Abbiamo tempo anche di fare qualche chiacchiera mentre aspettiamo ciascuno il proprio turno, e la mia Beta Xtrainer marchiata Avventure nel Mondo attira gli sguardi degli altri partecipanti, una volta tanto che non è ancora ricoperta di fango. "Fanno anche viaggi in moto?" mi chiedono. "Certo! Ce ne sono in molte parti del mondo" rispondo. Gli racconto anche del mitico Marocco Desert Motoraid, viaggio di iniziazione al deserto che quest'anno riparte con 12 Beta 390 4t nuove fiammanti! Il tempo delle chiacchiere è finito ed è tempo di dar gas, qui e ora!
Pronti via, e senza nemmeno esserci scaldati più di tanto, mi trovo a fronteggiare circa cinque chilometri di impegnativa salita tempestata di pietre. La mia moto è leggera, e se da una parte è un vantaggio in molte cose, dall'altra sulle pietre salta ovunque. Mi sembra di essere su un toro meccanico. Alla fine della salita devo fermarmi a riprendere fiato e capire dove devo andare, per un attimo sembra quasi che non torni nulla, poi ritrovo la strada e riparto. Pietre e ancora pietre. Ad un bivio vedo fermo Mario, il ragazzo che è partito subito prima di me, e vedo che mi riparte in scia. Penso che abbia un guasto alla strumentazione e procediamo insieme per diverso tempo. Poi alla fine di una pietraia in salita mi sorpassa. Gli avevo clamorosamente fatto da tappo in quel tratto. Ora però nello scorrevole va più piano di me, ma non abbastanza per riuscire a sorpassare. Provo un paio di volte ad avvicinarmi ma nulla, e arriviamo così a fine speciale. Arrivata in assistenza chiedo al mio team di controllare se è possibile fare qualcosa per migliorare il feeling con le pietre agendo sul setting del mono ammortizzatore posteriore. si mettono subito al lavoro mentre io mangio un boccone e riprendo fiato prima di partire. Il pezzo di trasferimento fino alla seconda speciale lo facciamo insieme all'amica e avversaria Martina. Ci aspetta l'ultima lunga speciale che decreta la fine del campionato e mi sento pronta a dare il 100%. Ultimo conto alla rovescia e gaaaaaaaaasssssss!!!
La speciale si apre con un tratto scorrevole e veloce, ma bisogna fare attenzione agli improvvisi canali trasversali che attraversano la pista, segnalati anche nel roadbook. Uno di questi mi coglie però di sorpresa. Sono arrivata troppo veloce, non ho tempo di rallentare e quindi in una frazione di secondo decido di provare a saltarlo. Con le gambe spingo verso il basso per caricare il salto, poi alla risposta delle sospensioni colpo di gas e su! Mi rendo conto che sto arrivando corta e mi preparo ad un atterraggio scomposto. Fortunatamente è sì stato scomposto, ma sono riuscita a recuperare la moto e scongiurare la caduta. Tiro il fiato. Poi un deja-vù. Trovo Mario fermo ad un incrocio, ma stavolta riparte prima di me e sono io in scia. Arriva un tratto scorrevole e si replica la situazione della mattina. La gomma posteriore finita e la moto pesante lo rendono leggermente più lento di me, ma stavolta non posso permettermi di sprecare neanche un secondo. Così decido di provare il tutto per tutto e lo sorpasso. Vado più veloce che posso, la modifica del setting all'ammortizzatore mi sta agevolando anche nei terreni accidentati e dopo un po' mi rendo conto che non ho più nessuno dietro. Mi sento bene, mi sto divertendo e continuo ad andare al massimo delle mie capacità, forse anche qualcosa di più. Quasi non mi riconosco, e verso fine speciale mi trovo a sorpassare altri tre piloti. Sento di essermi strizzata come un limone. Tenere così alta la concentrazione per cinquanta chilometri di filata, con attenzione altissima su percorso, ostacoli e roadbook, è uno sforzo fisico e mentale difficile da descrivere. Ma ci siamo, sto percorrendo le ultimissime note dell'ultimo settore cronometrato della stagione e quando vedo il cartello prima giallo e poi rosso che segnalano la fine, l'adrenalina manda in tilt le mie emozioni, con un misto di felicità e commozione. In barba ad una condizione fisica decisamente non ottimale che mi ha fatto correre in apnea, ce l'ho fatta! Un ultimo tratto di trasferimento non complicato e sono di ritorno al paddock, dalla mia seconda famiglia, quella dei motori. Stavolta non perdo tempo, mi sbrigo a cambiarmi e rimettere il furgone in assetto da viaggio. Scatole, scatoline, materasso, vestiti ormai radioattivi e LEI, la mia piccola guerriera Beta #AnM, con ancora addosso le tracce di questa intensa giornata. Corro al paddock Yamaha per sapere se la mia amica Elisa ha completato la gara e proprio in quel momento la vedo arrivare, con un paramani e una leva rotti, ma un sorriso che fatica a rimanere racchiuso nel casco. Mi ricorda tanto me quando ho finito la mia prima gara e mi sento orgogliosa di essere stata una piccola parte del percorso che ha portato Eli alla decisione di partecipare.
Finite le premiazioni tutta la carovana del Motorally si muove in direzione del porto, dove la grande Grimaldi Line ci attende per il viaggio di ritorno. Ora che sono qui sotto a questo gigante luminoso in attesa di salire a bordo, alla guida del mio Vitoski (furgone) carico di tutto quello che conta, mi prende un attimo di commozione. Perché è vero che sono la peggior critica di me stessa e vorrei sempre fare di più, ma se guardo a quanto fatto in questo anno e a tutti i sacrifici affrontati, devo essere anche orgogliosa di me. Per cui una volta tanto me lo dico da sola, BRAVA ELI!!
Conclusione:
Al di là di qualsiasi risultato ottenuto, la vittoria più grande è stata riuscire a partecipare a tutte le tappe del campionato, portandole tutte al traguardo. E credetemi, non è affatto una cosa scontata.
Ora, proprio nel momento in cui scrivo queste ultime righe, manca una settimana esatta alla partenza del mio gruppo di viaggio Marocco Desert Motoraid, mio decimo coordinamento per Avventure nel Mondo e primo per i viaggi in moto. Il primo di molti altri mi auguro. Tutta questa immensa passione per l'offroad nata proprio da questo viaggio, fatto come partecipante a fine 2019 e che ora mi vede tornare come coordinatrice. Tutto questo ha un che di magico e non vedo l'ora di essere là. Un cerchio che sta per chiudersi (dita incrociate) con l'obbiettivo che mi ero posta a gennaio 2020. Deserto arrivo!!
OTTOBRE 2023 - CAMPIONATO REGIONALE ENDURO TOSCANA
Come dicevamo? A giugno dopo la tappa di Motorally riposo assoluto! Mai Gallorally disse frase più incoerente. E così, dopo l'enduro sprint "senza freni" e una tappa di Trofeo Husqvarna (aimé senza la mia fidata Beta marchiata #ANM), è la volta della tappa di Campionato Regionale Enduro Toscano a Poppi, in terra aretina.
Ritengo ancora le gare di enduro molto impegnative per la mia preparazione, sia a livello di terreni di gara, che per gli stretti tempi dei controlli orari. Però si corre nella mia provincia, e come dico sempre non ci sono tigri o coccodrilli nel percorso, il peggio che mi può capitare è di non farcela e dovermi ritirare. Quindi è deciso, partecipo!
Nonostante non sia così distante da casa decido di rimanere a dormire nella mia casetta di metallo su ruote, il mio Vitoski. Le cose da fare anche prima della gara sono tante: vai a visionare le prove speciali, verifiche amministrative per il controllo della documentazione moto e pilota, verifiche tecniche da parte dei commissari e poi la moto va in parco chiuso e non può essere più toccata fino alla partenza della gara. Quarantacinque minuti di viaggio risparmiati, valgono pur bene la rinuncia di dormire nel mio letto in favore del furgone.
La domenica splende il sole, ho voglia di divertirmi, ho voglia di correre! Non manca comunque il classico magone allo stomaco al momento dello start, ma poi seguendo il percorso freccia dopo freccia, mulattiera dopo mulattiera, il magone lascia spazio solo alla concentrazione di gara. Se mi avete seguito fin qui nelle mie Avventure saprete che una gara liscia quest'anno non l'ho fatta, e anche in questo caso l'aspettativa non delude. Nel trasferimento che conduce alla prima prova speciale (cross test), in una ripida e stretta curva a gomito in discesa mi si impunta la ruota anteriore e mi cappotto. fortunatamente non mi faccio nulla e la moto non è scivolata giù nel dirupo, anche se veramente per poco. E' però rivolta dalla parte sbagliata e riportarla nella giusta direzione in uno stradello largo meno di un metro è tutt'altro che semplice. Il pilota dietro di me mi viene in soccorso rimettendomi in condizioni di partire. Cerco di dimenticare lo spavento e mi rimetto in marcia. Il cross test è un percorso delineato in un campo. Percorso scorrevole, bello, veloce. Mi diverto un sacco e dimentico la caduta. Durante il trasferimento verso l'enduro test mi viene il dubbio di aver sbagliato percorso. E se ho saltato la postazione del controllo orario? E se mi ritrovo direttamente in enduro test? Eppure non mi sembra di aver perso una freccia di percorso. Tornare indietro a verificare mi farebbe perdere tempo e prendere una penalità sicura, sbagliare percorso e saltare il controllo significa gara finita. Mi fido di me stessa o no? Che faccio? Questo tripudio di pensieri mentre continuo comunque ad andare. Avrebbe aiutato avere qualche altro pilota davanti o in scia, ma sono da sola e posso solo affidarmi a me. Mi decido: vado avanti fidandomi di me stessa! La decisione è stata giusta e raggiunta la postazione di controllo orario posso tirare un sospiro di sollievo. La gara per ora è salva.
Terminato il primo dei tre giri e mezzo ho giusto 12 minuti per mettere benzina e fare il pieno al camelback. Altre tre volte siamo dovuti ripassare dal punto del mio cappottamento, immaginatevi la mia serenità nell'affrontare quel passaggio. Come arrivavo lì mi dicevo "vai ci siamo", e vai di panico. Con molta cautela, non mi sono più cappottata. In un altro punto del trasferimento con una rampetta in discesa davvero verticale vedevo teschi ogni volta che affrontavo il passaggio, ma poi riuscivo a scendere meno peggio del previsto. Per tutto il resto il percorso mi piace molto, riesco a stare nei tempi e non ho velleità di classifica, quindi penso solo a guidare e divertirmi, certo cercando di fare il meglio che posso. Nell'ultimissima prova cronometrata subisco un sorpasso che mi fa scomporre e cado. Nulla di che, mi appoggio soltanto e sono subito pronta a ripartire. Fortunatamente uno degli addetti di percorso mi segnala che nella caduta mi è uscita la catena. Se fossi ripartita subito avrei fatto un disastro difficile, se non impossibile da districare. Il ragazzo mi ha salvato la gara. Rimetto la catena che così come era uscita rientra facilmente. Sapevo che era arrivato il momento di usura tale da richiedere il cambio del trittico catena-corona-pignone, ma questa ne è la conferma definitiva. Dopo tre giri di percorso, ce ne fanno affrontare ancora una metà per percorrere una quarta volta il cross test, poi dritti fino al traguardo. Al mio solito non ho guardato i miei tempi di gara, ma non essendoci classifica femminile non me ne preoccupo, perdendomi invece in chiacchiere e risate con gli amici del Pro-racing Team che mi hanno ospitato per questa gara.
L'amico Massimiliano mi chiede se posso presenziare alle premiazioni per fargli le foto e accetto di buon grado, ed è così che mi ritrovo a vivere una bella sorpresa (lui subdolo sapeva tutto). Il MotoClub AltoCasentino aveva predisposto un trofeo anche per le due Lady partecipanti, e con mio immenso stupore nonostante l'inghippo catena, mi ritrovo nel primo gradino del podio, imbambolata nell'emozione del momento. Grazie a Massimiliano per aver mantenuto il segreto, così è stato ancora più bello. Appuntamento per la finale dei Campionati Motorally e RaidTT in Sardegna, 20-21-22 ottobre. Stay Tuned!
ENDURO SPRINT 2023
Il Campionato Italiano Motorally dopo l’ultima gara di inizio giugno è andato in pausa in attesa del GRAN finale che si terrà in terra Sarda nel fine settimana del 20/21/22 ottobre. Ma potevo farmi mancare qualche altra Avventura? No, direi proprio di no! Anche se mi ero promessa di riposare dopo la tappa Umbra, l’adrenalina delle gare mordeva ancora e il mese di giugno, da puro riposo, si è trasformato in un tour de force per me e per il Betino con livrea AnM (se siete passati al gazebo moto al Grande Raduno Nazionale a Figline Valdarno ci avrete conosciute di persona).
L’11 giugno si è tenuta nelle Marche una gara di Enduro Sprint, per me una novità assoluta come tipologia di gara da quando ho iniziato a correre. Il tutto si svolge in un grande campo con un percorso lungo poco meno di due chilometri, delineato da picchetti e fettucce. Il sabato percorro a piedi il tracciato un paio di volte cercando di memorizzare il percorso. Macché, probabilmente nemmeno percorrendolo venti volte lo avrei memorizzato, una curva mi si mischiava con l’altra.
Date le molte presenze di iscritti per esigenze di tempi, i 15 giri previsti si riducono a 9, e questo a posteriori sarà la mia fortuna. Per ognuno dei giri abbiamo un tempo imposto di partenza, entro il quale effettuare giro cronometrato ed eventuali manutenzioni. Allo start partiamo con cadenza di un pilota ogni 20 secondi e al mio primo giro vengo raggiunta e sorpassata poco prima di metà percorso. Vedo il mio tempo del primo giro: 2km in 3’33.16, scuoto il capo poco soddisfatta. Al secondo tentativo provo a far meglio, il pilota che parte dietro di me mi sorpassa di nuovo, ma molto più avanti e chiudo in 3,27.18. Mi impongo di cercare di evitare di essere sorpassata (impossibile), o comunque essere sorpassata il più tardi possibile. L’obbiettivo è efficace e al terzo dei nove giri previsti abbasso ancora il tempo, seppur di poco. MA… ehehehe non penserete mica che mi facevo mancare qualche intoppo, giusto?
Avvicinandomi al via del mio quarto giro la leva del freno anteriore va a vuoto! niente, zero, il freno anteriore è out! Non c’è tempo per capire, posso solo entrare e fare il meno peggio che riesco. Finito il giro arrivo al paddock guardandomi intorno e invocando aiuto. Non ho meccanici o assistenza con me e non so dove mettere le mani. Penso ad un problema al circuito idraulico della pompa freno e invece (le parole che non ti aspetti): “hai perso una pasticca freno”… cosa??? Sono incredula!
Il tempo è poco ma il ragazzo mi dice che ce la possiamo fare. Ho delle pasticche di riserva e corro al mio furgone senza nemmeno togliermi il casco. Come una furia cieca inizio a rovesciare la scatola dei ricambi. ECCOLE!! Torno di corsa dal ragazzo, che intanto ha smontato la ruota anteriore. Amara sorpresa, le pasticche che il meccanico mi ha dato non vanno bene, sono troppo grandi. Si mobilitano altri ragazzi per aiutarmi, ma nessuna delle pasticche che portano va bene per la mia moto. Il tempo è ormai agli sgoccioli e io al ritiro non ci penso nemmeno. Supplico il rimontaggio della ruota, con tanto di faccia allibita del ragazzo che mi domanda come faccio a voler correre senza freno. Ruota montata e via, arrivando precisa nel mio tempo di ingresso imposto. Il cronometro inevitabilmente segna un peggioramento.
Al mio rientro al paddock ormai tutti quanti si sono mobilitati per cercare di aiutarmi. In pochi minuti si genera un traffico di attrezzi e materiali da fare invidia ad un box Ferrari, ma nulla! Sembra incredibile ma ancora una volta, nessuna delle pasticche si adatta alla pinza freno. Mi guardano arresi convinti del mio ritiro. Non se ne parla, arriverò ultima ma io VOGLIO arrivare in fondo. A questo punto smonto definitivamente anche la leva freno per evitare di andare a cercarla di istinto mentre guido.
Arrivo alla mia partenza con una rabbia dentro che mi fa strappare il mio secondo miglior tempo di gara, e grido un vaffa liberatorio al cronometro che segna 3’,26.96. Al giro successivo però ho esagerato e mi sono guadagnata una caduta che mi ha portato via diversi secondi. Decido quindi di adottare una guida conservativa per gli ultimi tre giri, in modo da cercare di conservare per lo meno la terz’ultima posizione (…e sai che soddisfazione…). Nonostante ciò, per meno di quattro secondi, perdo una posizione finendo penultima in classifica generale.
C’è però una magra, magrissima consolazione. L'organizzatore della gara ha previsto un premio anche per la categoria Lady Ospiti e ci sono solo io. E così, tra battute e risate, mi porto a casa una coppa da “prima di categoria”. Immeritatissima, o forse no... poiché guadagnata grazie alla tenacia di non aver voluto mollare, nonostante la difficoltà e l’handicap di dover guidare senza l’importante aiuto del freno anteriore.
Al paddock ormai mi hanno adottato e mi invitano a festeggiare tutti insieme con un ottimo vassoio di porchetta, prima di ricaricare come al solito il furgone e riprendere la strada di casa.
Le Avventure non finiscono qui... ;)
CAMPIONATO ITALIANO MOTORALLY: TERZO APPUNTAMENTO!
"Continuano le Avventure e disavventure della Gallorally. Così mi hanno soprannominato gli amici per questo mio appassionamento al mondo dei rally moto. L'Umbria ci accoglie per la 5a e 6a tappa di campionato che si terranno con base ad Umbertide, dovegià dalla mattina di venerdì 2 giugno la carovana dei piloti e relativi team assistenza iniziano a popolare il paddock. In duecento riders pronti a schierarsi e darsi battaglia, nonostante la minaccia del meteo ponga tutto in uno stato di incertezza. Come già nelle precedenti tappe non potevo farmi mancare un intoppo, ma cosa è successo stavolta? Potete scoprirlo nel racconto dettagliato delle due giornate di gara."
Sabato 03/06/2023 - 190 Km totali con due settori selettivi da 37 e 28 km
Sul roadbook sono previsti due settori cronometrati di circa 30 chilometri all’interno di un percorso totale di quasi 190. Le piogge di venerdì pomeriggio, cadute più lievi al paddock ma decisamente intense nei territori circostanti, fanno sì che vengano apportati dei tagli al primo tratto di percorso divenuto in parte impraticabile. Fatico non poco a ritrovare fiducia in me stessa dopo i pesanti errori di navigazione che hanno segnato la mia gara in Abruzzo. Fortunatamente ho un buon compagno di partenza. Niccolò con tabella n.98 apre strada e mi salva da qualche incertezza in trasferimento. Poi giustamente lo perdo perché è molto più veloce di me, ma tanto mi è bastato per riprendere fiducia nella lettura del roadbook. Con le modifiche di percorso si è creato un grosso ingorgo di piloti in fila per l'attacco del settore cronometrato. I commissari di percorso ci chiamano in base all'ordine di partenza e ci danno le ultime informazioni per raggiungere la postazione di start. Il settore selettivo si presenta a tratti veloce e scorrevole, con un'alternanza di settori più lenti ed enduristici, caratteristici delle nostre gare. Guidare al meglio possibile e non commettere errori di navigazione sono le mie priorità di oggi, e in questo primo settore cronometrato non spingo al 100% per limitare i rischi.
In arrivo all’assistenza di metà tappa non voglio nemmeno sapere il risultato per non condizionare i pensieri per la seconda parte di gara. Oltretutto abbiamo altro di cui preoccuparci, dal momento che la mia forcella destra perde olio. Di certo quest’anno non ho lasciato mai i meccanici con le mani in mano.
A pochissimi minuti dalla mia ri-partenza inizia una pioggerella fine ancora con il sole, ma al momento della partenza vera e propria, le gocce di pioggia si sono trasformate in veri e propri gavettoni. Qualche chilometro di trasferimento e ci coglie anche la grandine, dolorosa sulle labbra con i nostri caschi aperti. Inizia un tratto di fuoristrada impegnativo, fatto di salite e lastre di pietra scivolosa.
Con la maschera bagnata dalla pioggia non si vede dove si mettono le ruote, ma toglierla è pericoloso, basta un solo ramo per ferirsi agli occhi. Rimango incastrata in una salita con dei rami secchi a terra. Ruota anteriore e posteriore sono bloccate dai rami. Non posso portare la moto indietro, né tantomeno spingerla in avanti. Un tentativo alla disperata. Salgo in sella, spingo bene sulle pedane e con un colpo di reni e una sgasata la mia piccola Beta mi porta fuori da quel pasticcio! Nonostante questo intoppo arrivo in tempo al mio controllo orario, in cuor mio sperando che ci impediscano di ripartire. I commissari invece timbrano la nostra tabella di marcia e ci danno il via. Sono molto intimorita per queste condizioni, ma il ritiro nella mia testa non è contemplato. Dopo un breve tratto incontriamo un pilota che torna indietro. Seconda speciale ANNULLATA!! Non ve lo nascondo, dentro di me ho esultato, e nemmeno poco. Si torna al paddock sotto una pioggia battente che non da tregua. Sono zuppa fino al midollo e dentro agli stivali c’è come minimo una tazza di acqua. In arrivo riconsegniamo il roadbook di giornata e ci viene dato quello per il giorno seguente. Chiudo la giornata in 165a assoluta sui 200 piloti al via e con una buona 4a posizione in categoria femminile. Indossati dei vestiti asciutti non rimane che chiudermi in furgone a studiare il roadbook, prima di prepararmi la cena con il mio fornellino da campeggio. La vita da paddock assomiglia alla nostra formula di viaggio. Lo spirito di adattamento in una sistemazione, la mia, davvero minima e basica, che però assume valore e abbatte qualsiasi sacrificio quando si vive una passione così grande. E così in viaggio. Che importa se la notte ho faticato a prendere sonno per il freddo, quando il giorno dopo ti si apre davanti agli occhi il Salar de Uyuni (ok con questo esempio mi piaceva vincere facile).
Domenica 04/06/2023 - 169 Km totali con due settori selettivi da 22 e 35 km
Già da ieri sera circolavano voci circa la possibilità che la tappa odierna venisse annullata o il percorso profondamente modificato. La pioggia torrenziale ha fatto innalzare di almeno 30 centimetri il livello dei guadi, rendendoli impraticabili al nostro passaggio. La mattina arriva il comunicato nel nostro canale Telegram ufficiale. Si parte, ma il percorso è modificato e siamo convocati alla segreteria per ritirare la stampa delle modifiche da applicare al roadbook per la prima parte di gara. Abbiamo poco tempo per i consueti taglia e cuci del rotolo cartaceo, colorare le note modificate della speciale ed evidenziare i pericoli. Indossiamo le nostre protezioni e divise e siamo pronti a partire. Il mio completo è ancora bagnato, per non parlare degli stivali. Un paio di calzini asciutti, dei sacchetti della spesa dentro agli stivali e un paio di giri di nastro americano per non fare entrare altra acqua da sopra. Per un po' almeno i piedi saranno asciutti, per il resto mi affido al sole. Alcuni piloti hanno deciso di ritirarsi, forse pensando che il percorso modificato non valesse la pena. Devo invece fare i complimenti al Motoclub che, già operativo dalle primissime ore della mattina con un giro di ricognizione appena alle 5.00, ha fatto un lavoro enorme per permetterci di correre, sicuramente non con un percorso lungo e navigato come siamo abituati a fare, ma ti sicuramente divertente.
Il primo settore cronometrato è stato decisamente accorciato, e fortunatamente sono state rimosse le due note che avevo il magone solo a guardarle. Una recitava “guado con scalino nascosto, non si vede ma si sente” e l’altra indicava che avremmo dovuto scavalcare un ripido dosso formatosi con una frana. Già mi immaginavo affogata nel fiume insieme alla moto per aver sentito, ma non sorpassato, lo scalino infame.
Mi sento di aver guidato bene e non ho fatto errori di navigazione, ma mi rifiuto di sapere i dati di classifica provvisoria. Di ritorno al paddock assistenza ci viene consegnato il roadbook per la seconda parte di gara. Abbiamo abbondante tempo per studiarlo, montarlo sulla moto e rifocillarsi. Alcuni lamentano la lunga attesa, ma dobbiamo pensare che nel frattempo stanno organizzando in tempo reale le modifiche di percorso e spostando le postazioni dei cronometristi.
Dunque ci siamo, parto per la seconda parte di gara, ultimo settore selettivo di questo fine settimana. Il meteo sembra reggere, mi sento in forma, niente più titubanze sulla navigazione, MA… volevi forse farti mancare l’imprevisto? SIA MAI!
Durante il trasferimento il comando di avanzamento roadbook, quello che mi permette di far scorrere le note senza staccare le mani dal manubrio, smettere di funzionare. Non arriva corrente. Controllo i cavi, cambio un fusibile ma niente, non dà segni di vita. Mi accodo ad un altro pilota per arrivare al controllo orario, sperando di trovare qualcuno che possa aiutarmi. Nel frattempo mi viene in mente che potrebbe essere il secondo fusibile sotto la sella, quindi in arrivo al controllo provo a sostituire anche quello. Nulla, non funziona. Mi pervade una sensazione di frustrazione e rabbia. Ho guidato bene la mattina, non voglio buttare via tutto così, non è giusto per la fatica e tutti i sacrifici che faccio per partecipare a queste gare. È dura girare il roadbook a mano, trovare il momento “buono” mentre guidi in un terreno sconnesso, per staccare la mano sinistra e girare una rotellina del diametro di una moneta da cinque centesimi (per fortuna almeno più spessa di una moneta), ma se questo è l’unico sistema per non mollare, allora così sia! Cerco di limitare il numero di volte in cui devo girare il roadbook, mandando avanti tutte quelle note che sono solo di segnalazione pericolo, portandomi direttamente sulla nota che mi segnala una svolta effettiva. Mi aiutano molto i colori che uso per evidenziare: verde destra, rosa sinistra, arancio i pericoli. Questo mi permette di mandare avanti tutti gli arancio fino ad arrivare a vedere rosa o verde, ma ciò non toglie che fare questa operazione mentre si è in marcia tra salite, discese, canali e pozze mi ha portato a giocarmi qualche Jolly. Sarà stata la forza della disperazione, ma mi sento di aver guidato bene, a parte un dritto in una curva che mi ha fatto perdere qualche secondo. Ma quanto tempo mi avrà fatto perdere l’avanzamento manuale del roadbook, dove in alcuni punti giocoforza dovevo rallentare per riuscire a farlo? Solo il cronometro potrà dirlo, ma le speranze sono basse se non rasenti al suolo.
Dopo il tratto cronometrato, un ultimo trasferimento di asfalto fino all’arrivo ed è finita. Un po’ amareggiata per la sfortuna, inizio le operazioni di carico furgone per il ritorno a casa. Poi le consuete chiacchiere di racconto, vicissitudini di gara con gli altri amici piloti prima dei saluti. Non me lo dimenticherò mai il momento in cui il mio amico Marco, mentre scuoto ancora il capo raccontando l’accaduto, guarda la classifica e mi dice “ma hai fatto terza!”. Sono incredula, probabilmente ho gli occhi di fuori quando gli rispondo “Ma che dici! Scherzi?”. Nessuna parola, mi gira lo schermo del cellulare e posso vederlo con i miei occhi, non scherza, sono sul podio della categoria femminile! Passare da abbattimento e frustrazione alla felicità piena è stata una sensazione incredibile. Le premiazioni, che grande emozione sentire il proprio nome e salire su quel terzo gradino. Una coppa che ha ancora più valore per me poiché guadagnata non mollando davanti alla difficoltà che mi si è presentata. Torno a casa felice come non mai!
Ora spero solo che almeno per quest'anno gli intoppi siano finiti, in vista della tre giorni di Campionato Italiano Motorally e RaiTT che si terranno in Sardegna ad ottobre. A volte, anche un pochino meno Avventure può andare bene!
SECONDO APPUNTAMENTO CON IL CAMPIONATO ITALIANO MOTORALLY!
"La terza e quarta tappa si sono disputate in terra abruzzese a Gioia dei Marsi, zona nota per presentare scenari naturalistici spettacolari tanto quanto terreni di gara duri e impegnativi con molte pietre, il tutto condito dalla minaccia del meteo.
Purtroppo un weekend di gara non con una delle mie migliori prestazioni, caratterizzato da troppi errori nella navigazione, solitamente mio punto di forza, che stavolta mi hanno fatto scivolare verso il fondo della classifica. La delusione per queste due giornate di gara è grande e brucia come il fuoco! Ma ormai il dado è tratto e non posso far altro che guardare avanti alla prossima tappa e cercare di non ripetere più errori così grandi.
Avanti appassionatamente in questa grande Avventura! Vediamo nel dettaglio cosa è successo nelle due giornate di gara."
Domenica 30/04/23 - 165 Km totali con due Settori Selettivi rispettivamente da 31 e 27 km
Al primo mattino la mia più grande preoccupazione è il meteo. Il cielo è grigio e le previsioni promettono pioggia abbondante, ma al momento del mio start alle 9.24 ancora nessuna goccia d'acqua è caduta. Le condizioni del terreno sono ottimali e dopo la brutta prestazione di ieri l'istinto è quello di spingere al massimo fin da subito. Dopo pochissimi chilometri di trasferimento siamo già in fila per la partenza del primo settore cronometrato, una lunga fila di piloti che uno ad uno attendono il proprio turno. La tensione sale mano a mano che mi avvicino. Ci siamo, VIA!! Tutte le tensioni si sciolgono in un colpo solo e tutte le energie si focalizzano sulla guida. In una lunga pietraia in salita leggo la nota successiva "km 9,57 al paletto in discesa a destra su traccia erbosa", ma arrivata al km indicato il paletto non c'è. Guardo il roadbook e mi accorgo di aver sbagliato a leggere, era 9,07!!!!! Devo tornare indietro di 500mt come da regolamento a non più di 30 km orari. Sembra una banalità, ma un errore di questo tipo porta via circa un minuto e mezzo, pesante in una classifica che ci distanzia per secondi e centesimi di secondo. Mi rimetto nel giusto percorso e guido al massimo delle mie possibilità, cercando di recuperare più possibile. Purtroppo dopo poco meno di 8 km un altro errore nella lettura del roadbook e prendo in discesa invece che la salita verso il crinale, ritrovandomi fuori percorso di 1,2 km. Scuoto la testa mentre torno indietro a ritrovare la nota giusta, rendendomi conto che in aggiunta al primo errore, con questo ultimo ho sicuramente compromesso l'esito finale della giornata. Al meglio delle mie possibilità cercando di non demoralizzarmi troppo, spingo fino alla fine del primo settore cronometrato. Mi fermo solo un attimo a prendere fiato prima di iniziare il lungo tratto di trasferimento verso il paddock assistenza. Per una buona parte di questo ci ritroviamo in quota, in una pista poco visibile e completamente immersi in una nebbia densa. Talmente ridotta la visibilità che quasi non ci vediamo tra piloti nello stesso percorso. Solo le luci della moto si intravedono flebili e in alcuni punti dobbiamo fidarci ciecamente di quello che è scritto sulla carta: "a sinistra ripida discesa e pietre", ma non si vede nulla! Si però il roadbook dice che è qui. Ok andiamo! Inevitabilmente le velocità sono bassissime, e altrettanto inevitabilmente si restringe il tempo a disposizione per presentarsi al controllo orario dopo l'assistenza. Ne consegue che come ci abbassiamo di quota e torna la visibilità, chiedo a me stessa e alla mia Beta gli straordinari per evitare di aggiungere penalità di ritardo ai pesanti errori della mattina. Fortunatamente la direzione ha concesso un +20min alla tabella di marcia e mi ritrovo con trenta minuti per riprendermi e fare il pieno alla moto.
Ultimo breve trasferimento e ultima prova cronometrata di questo weekend di gare abruzzese. Nonostante un altro piccolo errore verso la fine di quest'ultimo settore selettivo, riesco a chiudere con il sesto tempo di classe femminile, ma gli errori della mattina pesano come macigni, e nella somma dei due settori cronometrati mi trascinano ottava, ultima della mia categoria.
Sabato 29/04/23 - 211 Km totali con due Settori Selettivi rispettivamente da 20 e 34 km
La giornata si apre bene, mi sento in forma e confidente nella guida nonostante terreni a tratti veramente impegnativi. Dopo il primo settore cronometrato, un lungo e panoramico trasferimento navigato ci riporta al paddock assistenza. Al mio team mi comunicano che sono andata bene, segnando provvisoriamente il 111° tempo su 186 piloti e 5a posizione delle 9 ragazze in gara. Rapido check alla moto, pieno di carburante e via, pronti per un altro trasferimento navigato tra piste da MTB, percorsi stretti e discese ripide, che mi porta al secondo settore cronometrato. Durante il trasferimento inizia a piovere, una pioggerellina leggera ma fitta, e al momento dello start ormai il terreno si è trasformato in una pista saponata scivolosissima. Non ho particolare confidenza con i terreni viscidi e scivolosi e sono ancora più in difficoltà perché la pioggia riduce anche la visibilità, con maschera e strumenti di navigazione pieni di goccioline. Ma è così per tutti e cerco di fare il meglio che posso. Intorno ai 20km sui 34 inizio a sentire un rumore sospetto. Freno posteriore? Mono ammortizzatore? Cerco di controllare senza fermarmi e non vedo niente di strano, ma quel rumore non mi lascia tranquilla. Mi fermo da un addetto di percorso per controllare e notiamo che lo sfiato del freno posteriore si è rotto, ma non sembra perdere olio e mi rimetto in marcia. Sfortuna vuole che il finale è in prevalenza in discesa, con scalini di pietra e canali profondi. Altro che rally, questo è enduro! Continuo a non avere fiducia nel freno posteriore e ho paura che mi molli da un momento all'altro. E' brutto non sapere cosa sta accadendo alla propria moto. Sono tesa, guido male e conto ogni metro che mi separa dalla fine del settore selettivo. Incontro altri addetti di percorso e mi fermo per chiedere quanto manca, le braccia ormai non le sento più. Mi incitano "dai che è finita!", stringo i denti e dopo poco finalmente scorgo i due cartelli, prima il giallo e poi il rosso che determinano l'arrivo. Quasi mi commuovo per la fine di quello stress psicologico che mi aveva attanagliato. E' Finita!! Riprendo fiato e percorro il breve tratto di trasferimento in asfalto che mi riporta al paddock. Amara la constatazione che nella seconda parte di gara ho perso tantissime posizioni. La somma delle due prove mi porta a chiudere questa 3a tappa in 136a posizione assoluta e 7a nella classe femminile.
E quel rumore cosa era? I meccanici del mio team analizzano la moto e trovano il colpevole. Il disco freno posteriore si è storto, colpito probabilmente da una pietra, e il rumore era dovuto al passaggio della parte storta tra le pastiglie del freno. Ho come un Deja vù: prima giornata a Riotorto freno anteriore, prima giornata a Gioia dei Marsi freno posteriore. Devo aver fatto l'abbonamento ai problemi dell'impianto frenante. Ad ogni modo anche questa volta ABC Rally Action Team risolve il problema raddrizzando il disco freno e la moto è pronta ad affrontare un'altra giornata di gara.
I PRIMI GIORNI DI GARA
"Per la prima volta iscritta sia al Campionato Italiano Motorally che RaidTT ero un po' preoccupata circa la mia tenuta fisica a giornate di gara così lunghe ed impegnative. Fortuna, sfortuna o inconvenienti fanno parte del pacchetto. Un coperchio cassa filtro nuovo di pacca perso alla prima giornata, una pinza freno danneggiata sempre nella prima tappa, il tuffo tutt'altro che rigenerante in una profonda pozza di fango, la pioggia e la grandine. Nonostante non brilli nei tempi della classifica assoluta e in quella di classe femminile, sono molto soddisfatta dei miglioramenti rispetto alle precedenti stagioni di gara, a soli due anni dal battesimo in enduro e a tre da quella iniziazione nel deserto del Marocco, con le Beta rosse fiammanti di Avventure come principiante totale, che accesero questa grande passione.
So che le ragazze che mi precedono in classifica hanno una marcia in più come bravura tecnica ed anni di esperienza in sella, ma è per me sprone a lavorare ancora di più per cercare di migliorarmi il più possibile per cercare di avvicinarmi." - Elisa Gallorini
Domenica 02/4/23 - Percorso di 180 km con due settori selettivi da 28 km ciascuno e fettucciato
Partire davanti a due dakariani mi dà la carica per provare a spingere di più. Sono veramente soddisfatta per come ho affrontato il primo settore cronometrato e il fettucciato. Fino alla pausa assistenza, complice una penalità presa dalla mia diretta avversaria guadagno una posizione nella classifica provvisoria femminile. Poi la sfortuna ci mette lo zampino anche oggi. Nel tratto di trasferimento forte pioggia e grandine. Qualche pilota batte in ritirata, io in qualche modo riesco ad arrivare alla partenza del settore cronometrato. Fortunatamente la pioggia concede un attimo di tregua, ma sono zuppa fino al midollo, più che altro è scesa un po' la concentrazione. Sono comunque soddisfatta per come ho affrontato l'ultima prova, anche se nei tratti enduristici in discesa continuo ad avere timore e ho commesso un paio di errori, piccoli, di navigazione.
Ultimo trasferimento ancora sotto pioggia forte, ma porto a conclusione queste prime tre importanti giornate di gara.
Sabato 01/4/23 - Percorso di 260 km con due settori selettivi di 29 e 28 km e fettucciato
Un percorso meno fisico ma molto più navigato, che in gergo roadbook significa fuoripista con tracce poco o per niente evidenti e cambi direzione che richiedono maggiore attenzione poiché rimangono più nascosti. Non sono comunque mancati settori più tecnici ed enduristici.
Determinata a portare a termine tutte e tre le giornate di gara ho tenuto un passo più "conservativo" cercando di evitare di riportare altri danni alla moto. Ma in un settore di trasferimento in cui la nota cita semplicemente "pozze", trovandomi davanti ad una pozza che occupa tutta la carreggia, sbaglio traiettoria trovandomi nel lato più profondo. Presa di sorpresa dalla notevole profondità cado e mi ritrovo glassata di fango, moto ricoperta e strumentazione non leggibile. Con altri due piloti che mi seguivano in scia alziamo la moto a candela per essere sicuri che non abbia pescato acqua il motore. Tutto ok, posso ripartire. Di lì a poco raggiungo la mia assistenza che con dovizia porta via fango da strumentazione, maschera e guanti, mentre io terminerò la gara in veste mimetico/fagosa. L'importante è non perdersi d'animo e portarla in fondo, e così ho fatto con determinazione.
Di ritorno al paddock mi aspetta tanto lavoro. Lavaggio moto, pulizia filtro e altre sistemazioni. La moto è pronta ad affrontare l'ultimo giorno, mentre io finisco a notte fonda di studiare il roadbook dell'ultima tappa.
Venerdì 31/3/23 - Percorso di 235 km con fettucciato
La tappa è stata molto impegnativa e fisica a livello di terreni. Ho subito molto la prima parte con salite e discese molto ripide in fasce tagliafuoco e terreni secchi, ghiaiosi molto scivolosi. Dopo una breve sosta assistenza, trovo una seconda parte di gara più scorrevole e divertente, ed è lì che mi frego da sola. In un rettilineo veloce non vedo in tempo un ramo sporgente che impatto con la mano perdendo poi il manubrio e il controllo della moto. Ma sono in prova cronometrata, quindi senza nemmeno pormi il dubbio se gamba e moto stanno bene, in una manciata di secondi riparto. Verso fine settore selettivo però sento qualcosa sbattere alla ruota anteriore, manca poco alla fine, con prudenza ma non mi fermo. Finalmente la bandiera di fine settore cronometrato! Mi fermo a controllare la ruota anteriore e solo lì mi accorgo di aver perso anche il coperchio della scatola filtro. Si è allentato il piedino forcella destro e storta la pinza freno, il rumore che sentivo guidando era il sensore che sbatteva nella calamita nel disco freno, limandola quasi del tutto. Altri piloti mi aiutano ad assestare al meglio la ruota anteriore per portare a termine la tappa, per mia fortuna con un tratto di trasferimento di quasi solo asfalto. Con la moto così non è facile ripartire per altre due giornate di gara, ma il mio team assistenza riesce nell'impresa di mettermi nelle migliori condizioni possibili, raddrizzando al meglio la pinza freno e ricavando un coperchio cassa filtro da una tanica AdBlue trovata abbandonata al paddock. In perfetto stile AVVENTURE direi!!
Se pur non con bellissime grafiche messe su ad hoc prima della gara, il nuovo coperchio filtro ha rimbalzato sui social con la scritta Avventure nel Mondo a pennarello, potrebbe comunque considerarsi un successo!