Tour in Africa in camion
Il Safari Australe Ovest è uno dei due viaggi del tour #ioviaggioavventure 2023 "Seguendo rotta australe": una grande avventura in tenda di 23 giorni, durante la quale, a bordo di un camion, scopriremo l’Africa del sud.
Su questa pagina troverai spunti, curiosità e tips sulle migliori esperienze da vivere in Zimbabwe, Botsawana, Namibia, Sudafrica e su Instagram e Telegram potrai seguire live il nostro viaggio.
Capo di Buona Speranza: la fine di tutto?
Dopo un viaggio attraverso Botswana, Namibia e Sudafrica, il nostro percorso è ormai giunto al termine e non potevamo che farlo in un luogo emblematico ricco di storia e bellezza: il Capo di Buona Speranza.
Table Mountain: un Assaggio di Città del Capo
Prima di "doppiare" il Capo di Buona Speranza raggiungiamo l'iconica Table Mountain che sovrasta Cape Town. Questa montagna, con la sua sommità piatta e imponente, offre una prospettiva unica su Città del Capo e sull'oceano sottostante, oltre ad essere una delle sette meraviglie del mondo naturale.
Salire in cima con la funivia girevole è un'esperienza davvero emozionante e con la presenza di nuvole il tutto è reso ancora più etereo.
Paesaggi Selvaggi e Scogliere Maestose
Ci avviamo verso il Capo di Buona Speranza guidando attraverso scogliere maestose, dove le acque tumultuose fanno nascere in noi un senso di meraviglia e rispetto per la potenza della natura. Le distese di vegetazione e le onde che si infrangono sulle rocce creano un'atmosfera solenne e grandiosa lasciandoci senza parole: nessuno di noi avrebbe mai immaginato che il Capo di Buona Speranza si trovasse incastonato in questo tesoro verdeggiante.
Situato all'estremità sud occidentale dell'Africa, il Capo di Buona Speranza è molto più di un semplice punto geografico. Qui, le acque dell'Oceano Atlantico e dell'Oceano Indiano si incontrano in un abbraccio epico. Questo luogo ha affascinato esploratori e marinai per secoli, segnando sia una sfida che un trionfo nella navigazione globale.
Il doppiaggio del Capo di Buona Speranza ad opera di Bartolomeo Diaz, nel 1488, ha rappresentato un punto chiave nella storia delle esplorazioni permettendo l'apertura di rotte commerciali dirette tra l'Europa e l'Asia.
Riflessioni di fine viaggio
Mentre osserviamo l’infrangersi degli oceani sulle rocce, riflettiamo sulla portata delle nostre avventure, in questo luogo, carico di storia e bellezza naturale, rivivere tutte le immagini che hanno caratterizzato questa lunga traversata africana ha un sapore ancora più unico ed emozionante.
E così, il Capo di Buona Speranza che ha segnato una svolta chiave per l’apertura di nuove rotte verso l’Asia, si conclude il nostro tour Seguendo la Rotta Australe. Consapevoli che, proprio come per gli esploratori del quattrocento, il Capo di Buona Speranza non rappresenta la fine del viaggio ma soltanto la prima tappa per nuove avvincenti avventure…
I 5 segreti del deserto della Namibia
Quando si pronuncia il nome Namibia, è probabile che l'immagine delle maestose dune rosse del suo vasto deserto balzi subito alla mente. Ma ciò che spesso sfugge è l'incredibile mondo di meraviglie nascoste oltre quelle dune ardenti. Il deserto della Namibia è molto più di un semplice panorama di sabbia, è un regno di segreti affascinanti e curiosità avvolte nell'enigma delle sue terre incontaminate. In questo articolo, esploreremo i segreti e i misteri di questo straordinario deserto.
1) Il mistero dei cerchi delle fate
Nel margine orientale del deserto della Namibia, lungo una fascia di 2000 chilometri, si trovano delle zone circolari, dai 2 ai 12 metri di diametro, prive di vegetazione e circondate da un anello di erba alta, si tratta dei cosiddetti “cerchi delle fate”.
Per gli Himba questi cerchi sono un fenomeno legato all'intervento divino, rappresenterebbero le impronte del loro Dio Mukuru che porta la pioggia e guarisce i malati.Secondo un'altra leggenda i cerchi verrebbero creati dal respiro velenoso di un drago che vive nel sottosuolo.
Nel 2018 però, alcuni ricercatori dell’Università di Princeton hanno scoperto che i segni circolari nel deserto vengono creati dall’azione combinata delle colonie di termiti, che vivono nel sottosuolo in competizione con gli arbusti locali che cercano di svilupparsi in superficie.
2) La fioritura del deserto della Namibia
Nonostante il deserto della Namibia sia uno dei deserti più aridi del mondo, nel caso di piogge abbondanti, può regalare un’inaspettata fioritura di gigli bianchi.
I gigli del deserto appartengono alla famiglia Hesperocallis. Sono fiori grandi, bianchi, con sfumature rosa o verdi e sono molto profumati, soprattutto di notte. La più alta concentrazione di gigli fiorisce nel sud della Namibia e in alcune parti del Botswana.
Questa fioritura però ha una vita breve, a causa delle alte temperature della Namibia. Il periodo dell’anno in cui potrebbe verificarsi più facilmente la fioritura coincide con i mesi di maggiore piovosità della Namibia quindi da gennaio a marzo. L'ultima volta la fioritura del deserto si è verificata nel 2020.
3) La Welwitschia mirabilis: la pianta millenaria che vive senza acqua
A differenza di altri deserti, come ad esempio quello del Sahara che ha alternato periodi secchi a periodi umidi, il deserto del Namib è arido da oltre 80 milioni di anni, proprio per questo è considerato uno dei deserti più antichi del mondo.
La sua flora e la sua fauna sono state quindi costrette ad adattarsi a queste estreme e ostili condizioni climatiche.
Uno degli adattamenti di maggiore successo è quello della Welwitschia mirabilis, una pianta cespugliosa dalle foglie lunghe e nastriformi, pendenti verso il basso che possono raggiungere anche la lunghezza di 5 metri; è estremamente longeva, alcuni esemplari hanno oltre 2000 anni, e, grazie alle sue foglie altamente porose, riesce ad assorbire l’acqua di cui ha bisogno dall’umidità trasportata dalla nebbia costiera. Questa caratteristica permette alla welwitschia di sopravvivere anche centinaia di anni senza piogge.
4) Le notti stellate più belle del mondo
Grazie alla sua bassa umidità e della scarsa presenza di inquinamento luminoso, il deserto del Namib offre alcune delle notti stellate più incredibili al mondo. La visione del cielo notturno è semplicemente stupefacente, rendendo questo luogo un paradiso per gli astrofili e gli appassionati di fotografia.
5) La città fantasma di Kolmanskop
Kolmanskop era un insediamento minerario di diamanti fondato dai coloni tedeschi all'inizio del XX secolo. Negli anni ‘50, quando l’estrazione dei diamanti smise di essere proficua, il villaggio venne abbandonato lasciando dietro di sé una vera e propria città fantasma. Col tempo la sabbia del deserto iniziò lentamente a riappropriarsi dei suoi spazi riempiendo gli edifici abbandonati e fagocitando l’intera cittadina.
Secondo alcuni, i resti di Kolmanskop sarebbero infestati dai fantasmi dei minatori che lavoravano nelle miniere di diamanti e che vagano ancora per le strade e le case abbandonate, portando con loro i ricordi e le storie delle loro vite passate.
Namibia dalla Skeleton Coast al deserto del Namib: dove le dune si tuffano nell’oceano
Dopo aver dedicato i primi giorni di viaggio in Namibia ai game drive nell’Etosha National Park e alla conoscenza degli himba, siamo tornati a macinare chilometri a bordo del nostro camion 4x4.
Una breve sosta a Palmwag per fare il pieno di acqua e poi dritti verso la Skeleton Coast, una regione costiera ricca di spiagge selvagge e desolate, divenuta tristemente celebre a causa dei numerosi naufragi avvenuti a largo delle sue coste e dei relitti delle navi che fino a qualche anno fa si potevano osservare sulle sue spiagge.
Il viaggio attraverso la Skeleton Coast è avventuroso e ricco di insidie, si sviluppa attraverso strade sterrate e località aride e disabitate. Proprio per questo, se state programmando un viaggio self drive in Namibia, vi suggeriamo di pianificare attentamente l’itinerario perché l’esplorazione di quest’area può essere difficile.
Namib: dove il deserto si tuffa nell’oceano
Dopo lunghe ore in camion lungo la Skeleton coast raggiungiamo Swakopmud e saliamo a bordo di jeep 4x4 per raggiungere Sandwich Harbour dove enormi dune rosse si tuffano nell’oceano.
Siamo nel deserto del Namib, uno dei deserti più antichi e affascinanti al mondo, che copre gran parte del territorio nazionale e da cui, tra l’altro, la Namibia prende il nome.
Il deserto si trova nella parte centrale della Namibia e fa parte del Parco Nazionale del Namib, un altro tesoro naturale del paese. Questo parco è famoso per le sue maestose dune rosse, tra le più alte al mondo, che si ergono con imponenza e creano uno spettacolo unico al tramonto e all'alba. Il contrasto tra le dune, il cielo e l'oceano crea una delle viste più affascinanti e fotografate al mondo.
Quali temperature aspettarsi nel deserto del Namib
Le temperature nel deserto del Namib sono note per la loro estrema variabilità giornaliera e le sue condizioni aride. Durante l'estate, che va da dicembre a febbraio, le massime possono superare facilmente i 40°C nelle zone più calde, rendendolo uno dei deserti più caldi al mondo. Mentre durante l'inverno, da giugno a settembre, le temperature diurne oscillano tra i 25 e i 30°C nella zona costiera e nelle pianure, con notti che possono essere notevolmente fredde, scendendo a volte al di sotto dei 10°C!!!
L'autunno (marzo-maggio) e la primavera (ottobre-novembre) offrono temperature più moderate, ma comunque calde.
È importante dunque pianificare attentamente il viaggio e prepararsi adeguatamente alle variazioni climatiche in questo ambiente arido e caldo. Se volete consigli su cosa mettere in valigia per affrontare il deserto senza problemi puoi leggere l’articolo in fondo a questa pagina!
Nei prossimi giorni vi racconteremo di più sul deserto del Namib e sui suoi segreti!
Le donne Himba e la canzone della vita
Siamo ormai giunti in Namibia da qualche giorno, una terra ricca di meraviglie naturali che ci ha già rapito il cuore con i game drive nell’Ethosha National Park e il suo paesaggio unico, dominato da una vasta distesa di salina bianca e polverosa, la famosa "Etosha Pan".
Percorrendo strade sterrate e paesaggi aridi abbiamo raggiunto un villaggio Himba nel nord della Namibia, dove siamo entrati in contatto con questa straordinaria etnia.
Gli Himba sono un gruppo etnico che vive principalmente nella regione settentrionale della Namibia, vicino al fiume Kunene. La loro cultura tradizionale è rimasta pressoché intatta. Nonostante le influenze occidentali che hanno caratterizzato il periodo coloniale della Namibia e la pressoché totale conversione al cristianesimo di tutta la popolazione, in molti villaggi Himba si continua a praticare la religione animista.
Il loro stile di vita è semi nomade ed è ancora scandito da rituali, tradizioni e dai cicli della transumanza dei bovini.
Nella cultura Himba tutto ha un significato, questo si riscontra in particolare nell’abbigliamento e nelle acconciature.
Gli abiti variano a seconda dell'età e dello stato civile e sono realizzati in genere con pelli di capra. Le giovani Himba indossano gonne più corte, mentre le donne sposate coprono le gambe con gonne più lunghe. Gli indumenti vengono immersi in una miscela di grasso animale e polvere di ocra, che conferisce loro una tonalità arancione caratteristica.
Gli uomini, invece, indossano il "kaunda" o "loincloth": una piccola fascia di tessuto o pelle che copre la zona pelvica e il basso ventre.
I capelli degli Himba rappresentano un altro elemento caratteristico. Le donne hanno lunghi capelli acconciati in piccole trecce ricoperte con una miscela di fango, grasso animale e polvere di ocra. A volte, le trecce dei capelli vengono raccolte nell’ "eroondjo".
L’ eroondjo è un importante simbolo di bellezza e femminilità nella cultura degli Himba. Le donne dedicano tempo ed energia per creare e mantenere il copricapo, che è considerato un segno di orgoglio e di appartenenza culturale.
Nell’etnia Himba il ruolo della donna è fondamentale, si può dire che la società Himba sia quasi di tipo matriarcale. Sono le donne, infatti, a svolgere i lavori più importanti. A loro è affidata, ad esempio, la preziosa cura del “fuoco sacro” al centro del villaggio inoltre, gli omaggi al dio Mukuru, lo spirito del bene che protegge gli abitanti del villaggio dai demoni, è affidata alla donna più anziana del villaggio.
Le donne Himba, inoltre, sono responsabili dell'educazione dei bambini e del trasferimento della cultura e delle tradizioni alle generazioni future e contribuiscono alla coesione e alla sostenibilità della comunità.
Sempre le donne Himba si occupano del "Okujepisa Omuramba" ossia del processo di costruzione o riparazione dei canali, noti appunto come "omuramba", che vengono utilizzati per la conservazione dell'acqua piovana durante il periodo delle piogge. Quest’attività è fondamentale per l’approvvigionamento idrico della tribù in quanto, senza l’utilizzo di questi speciali canali, l’acqua potrebbe evaporare rapidamente a causa delle temperature molto elevate.
Questa pratica, oltre a rivestire un ruolo strategico per la sopravvivenza degli Himba è vista anche come un atto sacro di interazione con la natura e una forma di rispetto nei confronti degli antenati. Durante la creazione dei canali le donne Himba cantano le loro canzoni tradizionali, tramandate di generazione in generazione. Questo cantare insieme ha un ruolo simbolico e funzionale nell'incoraggiare e sostenere il lavoro di gruppo e la coesione sociale all'interno della comunità.
Il canto per l’etnia Himba riveste molteplici funzioni, oltre ad essere utilizzato per creare coesione rappresenta anche un mezzo per trasmettere conoscenze o celebrare momenti speciali.
Non a caso nella cultura degli Himba vive una magica leggenda chiamata "La Canzone della Vita". Ad ogni neonato è associata una melodia unica. Quando una donna decide di dare alla luce un bambino, si siede amorevolmente sotto l'ombra di un albero, ascoltando il canto del piccolo non ancora nato. La canzone viene poi trasmessa al futuro padre e alle levatrici, che la intoneranno durante il parto per accogliere il piccolo Himba. Nel tempo, la tribù imparerà questa preziosa melodia. La canzone lega profondamente l'Himba alla comunità e viene cantata nei momenti sia lieti che difficili della sua vita, risvegliando la sua vera essenza e guidandolo nel corso della vita.
Consigli per un safari nei più bei parchi del Botswana
In questi giorni ci stiamo rendendo sempre più conto che il Botswana è probabilmente uno dei paesi migliori per fare un safari in Africa. Le probabilità di avvistare animali sono molto alte, tuttavia può capitare la giornata no e vedere pochissima fauna.
Cosa fare per aumentare le possibilità di avvistare animali durante un safari?
Grazie alla nostra guida, ranger esperto, abbiamo appreso alcune regole fondamentali per poter aumentare le possibilità di vedere animali durante un safari e abbiamo pensato di condividerle con voi.
Innanzitutto è importante fare un’attenta pianificazione sia dei luoghi che dei tempi.
La scelta della destinazione è forse il momento più importante nello studio di un safari: non tutte le aree di un parco sono popolate allo stesso modo, inoltre bisogna scegliere la località anche in base agli animali che si vogliono avvistare. Per questo può essere molto utile effettuare un safari con un ranger o una guida esperta oppure, nel caso di un safari self drive, farsi aiutare dalle persone del posto che conoscono bene il territorio e le aree più frequentate dagli animali.
Una volta individuata l’area da perlustrare bisogna valutare attentamente quando fare un safari. La stagione secca di solito offre migliori possibilità di avvistamento della fauna selvatica, ma potrebbero esserci eccezioni in alcune aree. Anche la scelta del momento della giornata è molto importante. Gli animali sono spesso più attivi nelle prime ore del mattino e nelle ultime del pomeriggio, poiché tendono a evitare le ore più calde del giorno. Questo comportamento è noto come attività crepuscolare. Durante queste ore, si hanno maggiori possibilità di avvistare gli animali impegnati nelle loro attività quotidiane, come la caccia, l'alimentazione o l'interazione sociale.
Per gli appassionati di fotografia, inoltre, la luce dell'alba e del tramonto è più morbida e dorata, creando condizioni ideali per scattare fotografie spettacolari.
Una volta pianificato il safari, sarai pronto a partire all’avventura, ma anche qui, ci sono alcune accortezze da rispettare per aumentare le opportunità di avvistamento:
- Mantieni la calma e fai il minor rumore possibile. Gli animali possono spaventarsi facilmente con rumori forti e improvvisi.
- Utilizza binocoli e teleobiettivi per ampliare il campo visivo e individuare meglio gli animali anche a distanze più grandi.
- Tieni gli occhi aperti: Fai attenzione a ogni movimento e indizio visibile. Spesso gli animali sono nascosti tra l'erba alta o gli alberi, quindi osserva attentamente il paesaggio circostante.
- Rispetta le regole del parco: forse scontato ma ci teniamo a ribadirlo! Segui sempre le regole stabilite dal parco o dalla riserva in cui ti trovi. Queste regole esistono per la tua sicurezza e per proteggere la fauna selvatica.
Se nonostante queste indicazioni il tuo safari non dovesse essere così ricco di avvistamenti ricorda che la natura è imprevedibile, e anche nelle migliori condizioni, non è garantito avvistare ogni specie. Sii grato per le esperienze che vivrai, anche se non avrai l'opportunità di vedere tutti gli animali desiderati.
Come visitare le cascate Vittoria
Le Cascate Vittoria sono la prima tappa del nostro viaggio. Queste scenografiche cascate si trovano sul fiume Zambesi, al confine tra Zambia e Zimbabwe e sono una delle meraviglie naturali più affascinanti dell'Africa. Nel 1989 l’UNESCO le ha dichiarate Patrimonio dell'Umanità, riconoscendo la loro eccezionale bellezza naturale e il significato culturale per le comunità locali.
Si estendono per 1,7 chilometri (1,1 miglia) e raggiungono un'altezza di circa 108 metri (354 piedi).
Le cascate vennero chiamate “Vittoria” da David Livingstone, il primo europeo che le scoprì nel 1855. In realtà le cascate erano già note alla tribù locale dei Kololo con il nome di Mosi-oa-Tunya, il fumo che tuona
Come arrivare alle cascate vittoria dall’aeroporto?
Gli aeroporti più vicini alle Cascate Vittoria sono l'Aeroporto Internazionale di Livingstone (LVI) in Zambia e l'Aeroporto Internazionale di Victoria Falls (VFA) nello Zimbabwe. Per arrivare dall’aeroporto alle cascate Vittoria è possibile utilizzare un taxi o un transfer privato, noleggiare un’auto in aeroporto oppure affidarsi ai bus pubblici. L’ultima opzione potrebbe essere la più economica ma è anche quella che richiede un po' di pazienza perché gli autobus potrebbero essere lenti e affollati.
Nel nostro caso abbiamo raggiunto le cascate a bordo del nostro super camion 4x4 che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio.
Come visitare le cascate Vittoria? Zambia o Zimbabwe?
È possibile raggiungere le cascate Vittoria sia dallo Zambia che dallo Zimbabwe e poi spostarsi da uno stato all’altro attraverso il famoso Victoria Falls Bridge un ponte lungo 198 metri che costituisce la linea di frontiera tra lo Zambia e lo Zimbabwe.
Entrambi i paesi offrono diverse prospettive e esperienze delle cascate. Dallo Zimbabwe si gode di una vista più panoramica e più vicina al fronte delle cascate, mentre dallo Zambia è possibile vedere le cascate dall'alto e, quando le portate sono più modeste e il livello dell’acqua è basso, si può accedere alla Devil's Pool, una piscina naturale vicino al bordo delle cascate.
Per ammirare le cascate Vittoria in tutta la loro bellezza è possibile percorrere dei sentieri panoramici oppure partecipare a tour in barca o safari fluviali lungo il fiume Zambesi. Noi, oltre ai percorsi a piedi, abbiamo scelto di effettuare un volo in elicottero per ammirare dall’alto l’imponenza delle cascate!
Il volo ha donato un valore aggiunto all’esperienza, volando sulle cascate abbiamo percepito veramente la loro imponenza è potuto ammirare il fluire del fiume Zambesi.
Cascate Vittoria e siccità: situazione attuale
Nel 2019 hanno fatto il giro del mondo le immagini delle cascate Vittoria quasi del tutto a secco! Quell’anno, infatti, i territori dello Zambia e dello Zimbabwe furono interessati da una grave siccità che ha avuto un impatto significativo sulle comunità locali che dipendono da queste fonti d'acqua per agricoltura, pesca e approvvigionamento idrico.
Negli ultimi anni questi territori sono caratterizzati da piogge sempre meno frequenti ciò ha causato un abbassamento del livello dei fiumi, compreso lo Zambesi che alimenta le cascate Vittoria.
Fortunatamente situazione idrica attuale delle cascate Vittoria è buona e abbiamo ammirarle in tutta la loro bellezza!
Cosa portare per un viaggio in Botswana, Namibia e Sudafrica
Stiamo ormai scaldando i motori per la partenza del nostro Safari Australe Ovest che dal 15 agosto ci porterà alla scoperta delle meraviglie del Botswana, della Namibia e del Sudafrica.
Quasi tutto è pronto per l’inizio dell’avventura sola una cosa ci resta da fare: preparare lo zaino! Ma cosa bisogna mettere in valigia?
In questo articolo vi diremo come preparare lo zaino perfetto per un viaggio in Africa!
Cosa portare per un viaggio in Botswana, Namibia e Sudafrica
Come vestirsi in Botswana, Namibia e Sudafrica
Per capire cosa mettere nella valigia è necessario innanzitutto sapere come vestirsi in Botswana, Namibia e Sudafrica. Per questo abbiamo bisogno di informarci sul clima che caratterizza questi territori ad agosto.
Nonostante i luoghi comuni sulle temperature in Africa possano portarci a credere che faccia caldo, in realtà non è sempre così!
Il Botswana, la Namibia e il Sudafrica si trovano nell’emisfero australe quindi, mentre qui in Italia è estate, in quell'area è inverno.
Ad agosto, in particolare, il clima è generalmente secco e fresco, con temperature più basse rispetto ai mesi estivi africani. Durante il giorno, le temperature medie possono variare tra i 20°C e i 25°C, mentre di notte possono scendere tra i 5°C e i 10°C, in Namibia, in alcune parti del deserto, le temperature notturne possono arrivare persino sotto lo zero!
Quindi? Come comportarsi con temperature così variabili? La soluzione è vestirsi a cipolla!
Soprattutto per le giornate in cui verranno effettuati i game drive all’alba è necessario avere un abbigliamento invernale completo di cappello, sciarpa e guanti, perché al mattino presto il freddo è intenso e le jeep sono scoperte. Durante la giornata, invece, le temperature potranno diventare molto calde, dovremo quindi essere pronti a toglierci gli strati più pesanti e indossare un abbigliamento estivo.
Nel nostro bagaglio per il Botswana, la Namibia e il Sudafrica, quindi, non mancheranno:
- maglie termiche
- pigiama pesante
- calzettoni
- pantaloni lunghi
- pile
- giacca a vento
- t-shirt
- pantaloncini
- scarpe da trekking
- asciugamano
- ciabatte da doccia
- occorrente per igiene personale
- crema solare e burro cacao
- medicinali ad uso personale
- caricabatterie e power bank
- ciabatta e adattatore di presa universale (ATTENZIONE, in Sudafrica e Namibia la presa è diversa (tipo M) e normalmente non si trova negli adattatori di corrente universali, dovremo comprarne uno a parte!)
- binocolo per vedere gli animali durante il safari
- repellente zanzare con Deet 50% (anche se, considerata la stagione estiva, dovremmo incontrare poche zanzare… le ultime parole famose!)
- macchina fotografica
Cosa occorre per un viaggio in tenda in Botswana, Namibia e Sudafrica
Probabilmente, se avete seguito il lancio del tour, saprete già che il Safari Australe Ovest è una lunga traversata di 23 giorni in tenda! Proprio per questo oltre ai normali materiali e indumenti che metteremo nello zaino dovremo aggiungere anche l’occorrente per il campeggio.
Fortunatamente non dovremo portare con noi la tenda né il materassino, perché ci verranno forniti quando arriveremo in Africa, insieme alla cucina da campo, dovremo però preparare tutto l’occorrente per la notte.
Cosa mettiamo nello zaino per questo emozionante viaggio in tenda in Botswana, Namibia e Sudafrica?
Innanzitutto un buon sacco a pelo con temperatura comfort almeno a 0-5 gradi e un cuscino gonfiabile!
Per le notti in Namibia, quando le temperature saranno particolarmente rigide, potrebbe essere utile avere anche una coperta thermolite.
Altri materiali utilissimi sono:
- torcia frontale con pile di ricambio
- un coltellino
- cordino
- accendino per il fuoco
- mollette e sapone per il bucato
- salviettine umidificate utilissime per i giorni in cui non avremo bagni a disposizione dove campeggeremo
E con tutti questi materiali dovremmo aver riempito quasi tutto lo zaino, rimane soltanto un piccolo spazio che dedicheremo al cibo per la cassa cucina!
Ora è davvero tutto pronto! Non ci resta che partire! Volete conoscere tanti aneddoti e curiosità sul nostro viaggio? Be’ non dovete far altro che continuare a seguirci!
Highlights del viaggio:
- Volo sulle cascate Victoria: le cascate più grandi del Mondo
- Moltissimi game drive nei più bei parchi dell’Africa meridionale e possibilità di ammirare elefanti, leoni, ippopotami, giraffe, rinoceronti, impala, springbok ecc… (Se saremo particolarmente fortunati anche i due liocorni!)
- Scoperta dell’etnia Himba in Namibia
- Skeleton Coast
- Tramonto a Spitzkoppe
- Tropico del Capricorno
- Avvistamento balene
Questo viaggio fa per te se:
- sei una persona collaborativa, intraprendente e propositiva
- sei disposto a dormire tre settimane in tenda e a vivere tutte le (s)comodità della vita da campeggio
- non ti spaventa dover montare e smontare il campo tutti i giorni
- pensi che gli imprevisti siano parte viva del viaggio
- in viaggio non hai bisogno di farti la doccia ogni giorno (facciamo anche ogni 2-3 giorni!)
- ti adatti facilmente pur di vivere la cultura locale
- sei pronto a condividere con un gruppo di perfetti sconosciuti la tua avventura africana
Questo viaggio non fa per te se:
- sei alla ricerca di un viaggio preconfezionato e privo di imprevisti
- vuoi fare un viaggio soltanto per arricchire il tuo profilo Instagram
- non sei disposto a rimboccarti le maniche per contribuire a cucinare, montare/smontare le tende e la cucina da campo (tutti i giorni, yeah!)
- vuoi una vacanza relax, senza impegno
- cerchi un viaggio al mare
- non te la senti di dormire in tenda in un parco naturale