Avventure nel Mondo

Viaggiare in Tanzania

Informazioni necessarie, consigli utili, itinerari, meteo e documenti per viaggiare in Tanzania

Avete voglia di libertà? Bene, avete scelto il viaggio giusto!

Viaggiare in Tanzania significa entrare in contatto con una natura incontaminata nella terra dei safari. Gnu che corrono nelle pianure, ippopotami che sguazzano nelle pozze, le stagionali migrazioni di gnu e zebre che si avvicinano alle jeep nel cratere dello Ngorongoro, tra il curioso ed il minaccioso, giraffe che si aggirano tra i baobab e coccodrilli che sonnecchiano sulle rive dei fiumi.

Sicuramente la parte di safari, vissuta in tenda in camp spartani trasmette un senso di grande libertà, consentendo di vivere a pieno il contatto con la natura: i colori, gli odori, i rumori della savana, cieli tersi e stellate notturne intervallati da tramonti dai colori mozzafiato e albe infuocate, le distese di savana infinita ed i falò improvvisati. 

L’Africa, vissuta campeggiando spartanamente, come nei nostri viaggi, contribuisce a creare un forte spirito di gruppo necessario a superare i disagi della tenda e rende unica ed autentica questa esperienza: le scomodità dei camp site, gli animali notturni tra le tende e la quantità enorme di polvere che mangerete non scalfiranno minimamente la magia di questo viaggio.

Se la Tanzania continentale è di certo il pezzo forte di questo paese, l’isola di Zanzibar, con il suo mare cristallino dalle mille sfumature e le lunghe spiagge bianche, è una tappa obbligata per chi cerca il relax.

game drive in Tanzania | Avventure nel Mondo
Foto di Fabio Misseri

Qual è il periodo migliore per andare in Tanzania?

Il miglior periodo per un viaggio in Tanzania è la stagione secca, che va da maggio a ottobre

La stagione delle grandi piogge va da marzo a inizio maggio e rende meno piacevole il viaggio, in compenso la stagione delle piccole piogge, da inizio novembre a metà dicembre, è un ottimo periodo perché i viaggiatori sono meno numerosi ed il paesaggio si riempie di verde, di fiori e di uccelli.

I momenti clou della vita in Tanzania sono:

  • in febbraio: il festival Sauti Za Busara, dura 3 giorni ed è dedicato alla cultura swahili
  • in aprile: le grandi mandrie di gnu, stanziate nel Serengeti Meridionale, iniziano a migrare verso nord in cerca di cibo
  • in luglio: le mandrie effettuano lo spettacolare attraversamento del Mara, fiume che segna il confine tra Tanzania e Kenya. Sempre in questo mese, la stagione ormai secca, facilita l'avvistamento di branchi di elefanti e giraffe.

Che cos’è un camp site?

Fatta la premessa che questo è ciò che troverete nei nostri viaggi e non sono regole universali... scordatevi i campeggi stile europeo: nulla di così ben organizzato e gestito.

La vita nei camp site è più simile ad un’autogestione lasciata ai singoli gruppi di campeggiatori, con sporadiche apparizioni di personale mai ben identificato e raramente addetto alle pulizie.

Il cuore del camp site è l’area adibita a cucina per i cuochi di tutti i gruppi, ma attenzione: meglio metterci piede il meno possibile: solo i cuochi tanzaniani riescono a districarsi in questo disagio totale, al punto che, fedeli alla causa, di notte pure ci dormono, distesi alla meglio sul pavimento. Oltre alla cucina può esserci una seconda area coperta ad uso refettorio, spesso non illuminata, quasi sempre senza tavoli e sedie. 

Bagni e docce sono ovviamente basici: no arredamenti/accessori, no acqua calda, a volte no elettricità ed a volte anche no acqua.

A vivacizzare la vita nel camp site ci pensano gli animali che, di notte, probabilmente per proteggersi dai loro predatori, scorrazzano tra le tende, animando le fantasie più recondite di ogni campeggiatore che tenta di dormire: babbuini, gazzelle, iene, bufali enormi. In realtà il pericolo è pressoché nullo, gli animali non sono attratti dalle tende, a meno che non si lasci del cibo aperto all’interno. L’uomo non rappresenta per loro un pasto e tendenzialmente non si curano della sua presenza se non per marcatura del territorio, se si esce infatti dalla tenda diventa un’invasione di campo e come tale viene da essi avvertita. Ponendo qualche attenzione e attrezzandosi, il pericolo reale è davvero trascurabile.

Com'è il clima in Tanzania?

L'alta stagione va da giugno a settembre ed il clima è fresco e asciutto. La temperatura media stagionale è intorno ai 20-22 c° di giorno, mentre scende di notte di almeno 10 c°. Nella Ngorongoro Conservation Area le temperature sono ancora più basse: durante la notte possono essere anche nell’intorno dei 5°c nella notte. Tenete conto che i game drive mattutini iniziano presto la mattina quindi sulle jeep fa freddo. 

La media stagione va da ottobre a febbraio ed Il clima presenta brevi piogge, ma è caldo e ventilato. In compenso nella Ngorongoro Conservation Area, salendo in altitudine, le temperature sono più basse sopratutto la sera, aumentando anche l'umidità. A Zanzibar invece le temperature sono insopportabili perché fa davvero tanto caldo ma il problema vero è l’umidità.

La bassa stagione va da marzo a maggio con forti piogge ed il fango può impedire l'accesso ad alcune aree.

Il fuso orario è +2 ore rispetto all'Italia, +1h quando è in vigore l'ora legale.

Che vaccini servono per andare in Tanzania? Salute e vaccinazioni

Vaccinazioni consigliate: antitifica, profilassi antimalarica e per l'epatite A, ma, come sempre, vi consigliamo di informarvi presso l'Ufficio d'Igiene provinciale o il proprio medico. Un accorgimento è quello di usare di sera abiti con maniche lunghe e con colori chiari per evitare punture di zanzare, spruzzati precedentemente con Bio Kill, che contiene permetrina, e, quando serve, usare un repellente come il Jungle Formula (l’unico con deet al 50%). 

Per approfondimenti, prendere visione del sito Viaggiare Sicuri.

In generale, nei nostri viaggi non esiste una cassetta dei medicinali, quindi ognuno deve provvedere ai medicinali personali in autonomia. 

Una raccomandazione che vogliamo darti è avere un minimo di accortezza nel bere solo liquidi in bottiglie sigillate e non mangiare frutta già sbucciata o verdura cruda in posti di dubbia igiene.

Safari in tanzania | Avventure nel Mondo
Foto di Fabio Misseri

CHE DOCUMENTI SERVONO PER ENTRARE IN Tanzania?

Per entrare in Tanzania il passaporto deve avere una validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese. Il visto per la Tanzania si ottiene online a questo link e si paga con carta di credito.

Assicurazione di viaggio

All’interno della quota di partecipazione di ogni nostro viaggio in Tanzania è compresa l’assicurazione. Puoi trovare più informazioni nella nostra pagina dedicata alle coperture assicurative o nelle nostre FAQ. Al momento della prenotazione del viaggio potrai invece decidere se aggiungere anche la polizza annullamento 

Come si paga in Tanzania?

La moneta ufficiale è lo Scellino Tanzaniano (TZN), ma è comunemente accettato anche il dollaro statunitense e l’euro. Buona parte dei servizi si pagano in dollari americani quindi è importante partire dall'Italia già muniti di questa valuta. Ma attenzione: ti consigliamo di portare banconote da 100USD stampate obbligatoriamente dopo il 2006 (stampati prima di 2006 non vengono accettati) perché alle banconote di taglio più piccolo, come i 50USD, viene applicato un cambio più sfavorevole.

I pagamenti con carta di credito/bancomat non sono disponibili ovunque e anche alcuni bancomat di Zanzibar dopo una certa ora non erogano soldi, quindi è sempre meglio avere con sé un po' di contante per ogni evenienza.

Ricordati di annotare PIN e numero emergenza per segnalazione furto/blocco/smarrimento e tenerli separati.

ELETTRICITÀ

La rete elettrica è impostata sulla tensione di 220 Volt, analoga a quella italiana, ma le prese sono di tipo tripolare “inglese” o tipo “G" per cui molto spesso serve un adattatore a 3 lamine piatte.

Conviene portare prese multiple o ciabatte a livello di gruppo per aumentare le prese disponibili, soprattutto durante il safari non è sempre facile trovare prese disponibili. Consigliabile portarsi dietro anche 1-2 batterie di ricambio per la fotocamera e power bank.

Cosa si mangia in Tanzania?

La cucina della Tanzania è ricca di carne e pesce cotti alla brace, accompagnati da riso e patate.

I chiodi di garofano, la cannella, il cardamomo e lo zenzero sono le spezie che maggiormente si usano nei piatti tradizionali. La Tanzania non ha molti dolci, ma può offrire una vasta selezione di frutta tra cui mango, banane, ananas, arance ecc.. Il piatto tipico per eccellenza è l’ugali, una polenta di mais che viene servita con verdure e manzo o pollo o pesce stufati. Un altro piatto tipico è il pilau che consiste in una portata di riso con verdure e carne di manzo o pollo, si tratta di un piatto di origine indiana come i chapati, una specie di piadina molto buona che viene servita a colazione. 

Nei nostri viaggi capita spesso che si scelga di prendere un cuoco. Va premesso un dato fondamentale: i supermercati ad Arusha sono quasi inesistenti per il semplice motivo che la popolazione compra tutto al mercato, dove c’è abbondanza di alimenti freschi di ogni tipo. Qualsiasi cuoco quindi, accompagnerà il gruppo inevitabilmente a far la spesa al mercato di Arusha, dove, all’interno di un piccolissimo negozietto, di proprietà di un suo conoscente, è facile trovare stipati svariati prodotti. Per la frutta e la verdura si segue una strada diversa: sarete condotti in una zona ad essa adibita, dove una decina di persone armeggerà bilance e sacche di lino fino a consegnarvi una sessantina-settantina di chilogrammi di prodotti!!!

A Zanzibar riso speziato, aragoste e tutti i tipi di pesce.

Cosa vedere in Tanzania

Cosa vedere in Tanzania in (poco più di) 10 gg e in (poco più di) 15 gg: i nostri viaggi

La nostra Top Ten

Potrete sceglier di modulare l'itinerario a vostro piacimento, ma questa sono le nostre scelte:

  1. Game drive nel cratere dello Ngorongoro
  2. Game drive nel Serengeti NP
  3. Game drive nel Lake Manyara NP e tour nel bananeto a Mto wa Mbu
  4. La grande migrazione (Mara River Border)
  5. Game drive nel Tarangire NP
  6. Terrazza del Lobo Lodge Resort per un aperitivo al tramonto
  7. Bianche spiagge di Bwejuu e fenomeno delle maree
  8. Lake Natron ed escursione alle cascate
  9. Una notte presso le tribù del lago Eyasi
  10. Lingua di sabbia Nakupenda: escursione alle Tre isole

Tarangire National park

Di solito la parte di safari inizia con questo bel parco dove il paesaggio è lussureggiante: al suo interno l’acqua ha scavato un’ampia vallata. Nella stagione secca le piante sono spoglie e la savana è rada e gialla. Tra gli enormi baobab e le acacie si possono avvistare: babbuini, elefanti, gnu, zebre, gazzelle, giraffe, facoceri, avvoltoi, struzzi ed i simpaticissimi dik-dik. La caratteristica principale di questo parco è che i diversi tipi di animali si propongono a distanze davvero ravvicinate probabilmente grazie all’assenza dei predatori, che, nella stagione secca, migrano a nord seguendo le grandi migrazioni degli erbivori verso ambienti più verdi.

Ngorongoro Conservation Area

Varcando l’ingresso principale si entra nella Ngorongoro Conservation Area, che si distingue dai National Park per la presenza dell’uomo: al suo interno possono infatti vivere le comunità masai. Ciò che in realtà interessa maggiormente i viaggiatori è però il famoso cratere che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e vi si accede scendendo con le jeep da una foresta. Sulla cima, ad una altezza di 2.800 metri si trovano diversi lodge, camp site e i punti di osservazione panoramici della caldera. Quest’ultima, formatasi dal collasso della vetta, misura 20 km di diametro ed è profonda 600 metri. All’interno del cratere il paesaggio va dalla foresta alla savana, dalla pianura alle collinette e non mancano laghi, paludi e corsi d’acqua. Questo ecosistema chiuso fa sì che si possa avvistare ogni tipo di animale, inclusi, se siete molto fortunati, i rinoceronti neri (unico luogo in cui sono sopravvissuti in Tanzania). La concentrazione di fauna è impressionante: si calcola che il cratere sia abitato da oltre 25.000 animali di grossa taglia. 

Cratere Ngorongoro | Avventure nel Mondo
Foto di Roberta De Maria

Serengeti National Park

Serengeti significa “piana senza fine”, ed è assolutamente vero. Nessuna descrizione può essere degna di questo autentico paradiso terrestre, dove avvisterai quasi tutti gli animali, avvolti dal tipico paesaggio della savana: sterpaglie gialle oro e qualche hippo-pool più verdeggiante. Il Serengeti è un parco enorme, grande circa due volte il Veneto, dove anche è più difficile incontrare altri viaggiatori, rendendo l’esperienza dei game drive più autentica perché non esiste la ressa di jeep che capita di trovare negli altri parchi. La forte presenza di predatori inoltre crea molta adrenalina, la densità di leoni e leonesse è così alta che incontrarli è molto frequente: ad esempio, in un recente viaggio è capitato ad un nostro gruppo, appena entrato nel parco, di avvistare un gruppo di quindici leonesse intente a seguire e studiare i movimenti di una mandria enorme di bufali. Che dici? Ne vale la pena?

Cos'è un "game drive"?

È fondamentalmente un safari, ma si spara con la macchina fotografica e non col fucile. Si cerca di cogliere le scene di caccia degli animali predatori o più semplicemente la vita e la bellezza a portata di obiettivo.

La regola principale è che non si scende mai dall'auto. Le jeep hanno tutte un doppio tettuccio apribile, dove, tutti gli occupanti, salendo sul sedile (senza scarpe), possono avere una visuale a 360° dell’ambiente circostante.

Si ha la sensazione che tutti gli animali percepiscano le auto e i componenti umani al loro interno come oggetti inanimati, al di fuori del loro contesto naturale. Forse per abitudine, sembra che gli animali non si curino affatto delle attività umane nelle loro immediate vicinanze, anche se, rimane il dubbio che si rechi loro un certo livello di disturbo, soprattutto quando le auto che li circondano sono numerose.

Le regole dei parchi sono le medesime per tutti quelli visitati: si effettua un check-in all’entrata, si paga, si hanno 24 ore di tempo per uscire senza pagare extra, si può dormire in uno dei tanti camp site o nei lodge, il giorno seguente si effettua il check-out all’uscita. 

È vietato dare qualsiasi tipo di cibo agli animali e gettare rifiuti. In presenza di babbuini è bene tenere i finestrini chiusi ed il cibo nascosto, altrimenti possono entrare in auto per rubare. Il driver ha la responsabilità dei passeggeri ed, in base alla sua esperienza ed autorità, decide quando si deve stare in silenzio per non disturbare gli animali, quando ci si può alzare, inoltre, in base alle segnalazioni che arrivano via radio, dove è meglio recarsi per scorgere qualcosa di interessante. Le auto del gruppo viaggiano sempre insieme, se succede di perdersi, e, per qualsiasi necessità, gli autisti hanno un canale radio riservato dove parlare tra di loro. 

Manyara National Park ed il suo Lake Manyara

Parco attraversato da uno sterrato rosso vivo e pieno di vegetazione. Lungo il percorso, attraverso una foresta pluviale, si possono avvistare zebre, gnu, giraffe, elefanti, scimmie, bufali. Lungo le sponde del lago si concentrano numerose specie di uccelli: fenicotteri rosa, pellicani, maribù oltre che gli enormi ippopotami. Anche se non compete scenicamente con gli altri vicini parchi più blasonati, offre comunque un’esperienza appagante, il silenzio che regna sovrano dà la possibilità di rilassarsi ed immergersi più a fondo nella natura.

Lake Natron

Il lago Natron è un lago salino situato nella Tanzania settentrionale, nella Rift Valley africana a circa 600 metri di altitudine, vicino al confine keniota. Arrivando dai parchi, il paesaggio cambia radicalmente assumendo i connotati tipici delle aree vulcaniche: ampie distese lunari e terreni principalmente scuri e grigi con zone inaspettatamente verdeggianti dove si ha la presenza d’acqua. 

L'escursione è organizzata dalla tribù masai ai quali viene offerto un compenso: più che una ricompensa per la guida, pensa di fare una donazione in beneficenza, in quanto, viene poi ridistribuita su tutte le famiglie della tribù. Il tour si divide in due parti: il Lago Natron e le cascate.

Al tramonto o all’alba vale la pena visitare il lago Natron: raggiunge a malapena i tre metri di profondità e varia in ampiezza a seconda del livello di riempimento. Il suo colore caratteristico, un rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali dovute all'accumulo di sodio, è una particolarità comune a quel tipo di laghi in cui si verificano intensi cicli di evaporazione. Con l'evaporazione dell'acqua durante la stagione asciutta, il livello di salinità aumenta a un punto tale che colonie di microrganismi cominciano rapidamente a prosperare. Tali batteri contengono un pigmento rosso vivo responsabile del colore del lago Natron, che assume tuttavia variazioni tonali tendenti all'arancio nelle parti dove l'acqua è meno profonda. Oltre a questi batteri, l'unico essere vivente che può sopravvivere presso le sue acque è il fenicottero, grazie ad uno strato protettivo corneo su zampe e becco: difatti l'acqua di questo lago è non solo imbevibile, ma estremamente caustica anche per la pelle. Ciò è dovuto all'elevato contenuto di un composto naturale letale per moltissimi animali: il carbonato idrato di sodio, conosciuto, appunto, come Natron.

La guida masai accompagna per una breve camminata fino alle cascate, si alternano tra tratti dove si guada il torrente e tratti dove ci si aggrappa alle pareti rocciose. Ti conviene portarti scarpette da scoglio gommate o similari con suola con grip per evitare di scivolare. 

Lago Natron in Tanzania | Avventure nel Mondo

La migrazione di gnu al Mara river

Se hai giorni sufficienti, ti consigliamo di spendere una giornata per raggiungere il fiume Mara ai confini con il Kenya per assistere alla grande migrazione delle gnu (e delle zebre). Si calcola infatti che quasi due milioni di esemplari fuggano dalla siccità della stagione secca che colpisce principalmente la parte centrale e meridionale del Serengeti, dove invece fanno ritorno dopo la stagione delle piogge. Lo spettacolo di infinite successioni di gnu che diligentemente ed ordinatamente percorrono in fila indiana centinaia di chilometri è emozionante, ma, in realtà, tutti contano di vedere un loro attraversamento del fiume Mara. Decine di gruppi, ognuno composto da centinaia di gnu, si radunano sulla sponda tanzaniana, svariati i coccodrilli in acqua ad attenderli, tante le jeep collegate via radio ed appostate in vari punti del fiume per cogliere il momento solenne. Un attraversamento può durare qualche minuto.

migrazione al masai mara | Avventure nel Mondo

In bicicletta (o a piedi) a Mto Wa Mbu

Passando per il villaggio si ha l'occasione di vedere la gente del posto, le loro abitudini e abitazioni, senza risultare invadenti. Il tour passa prima attraverso le risaie, per poi passare alla visita del bananeto. Dopo il bananeto si trova una bottega di falegnami gestita da locali di etnia proveniente dal Mozambico, molto bravi nella lavorazione del legno, dove vengono spiegate le principali tecniche di lavorazione e si ha la possibilità di acquistare i loro prodotti - contrattando necessariamente! - se lo si desidera.

Zanzibar

A Zanzibar è opportuno adottare, al di fuori delle spiagge, un abbigliamento che non offenda la popolazione di religione musulmana: gambe e spalle devono essere coperte.

Spiagge di Zanzibar | Avventure nel Mondo

Le spiagge di Zanzibar

Jambiani: La peculiarità di tutta la costa est dell’isola sono le forti maree, che, in prima mattinata alzano il livello dell’acqua mangiando quasi tutta la spiaggia, per poi passare ad un suo lento, ma lungo ritiro a partire da mezzogiorno fino a tarda serata. La bassa marea si estende per centinaia di metri con l’acqua non più alta di mezzo metro. Fondamentale l’uso di sandaletti da scoglio con suola rigida per passeggiare nell’acqua, dove una moltitudine di ricci di mare si confonde con stelle di mare, spugne ed altri molluschi. Jambiani non possiede un vero e proprio centro, si compone di poche baracche di pescatori e qualche ristorante e bar sulla spiaggia. 

Laguna blu beach: è il proseguimento della spiaggia di Jambiani verso Peja, è solo più larga ed ospita una miriade di eleganti resort ad essa affacciati, dove si può facilmente accedere per un bagno in piscina, una doccia, un cocktail.

Kendwa: Il paradiso caraibico che tutti sognano! Fine sabbia bianca, acque calme e dalle mille tonalità azzurre, inoltre, le maree, come per tutta la costa ovest dell’isola, rientrano nella normalità. E’ importante scegliere un ottimo resort perché le spiagge sono tutte private, ed, al di fuori di esse, praticamente non esiste nulla per i turisti. Consiglio vivamente il nostro resort, Sun set Kendwa, con ogni comfort incluso nel prezzo (vedere scheda hotel). A Kendwa esiste anche un mercatino di artigianato locale piuttosto fornito, si trova in nel villaggio, verso l’interno.

Le porte di Zanzibar

Ebbene sì: Zanzibar è famosa per le sue porte. Erano talmente importanti da essere realizzate prima della casa stessa che veniva poi costruita attorno agli stipiti. Anche per il materiale da costruzione vennero scelti legni particolarmente duri e resistenti agli assalti del clima tropicale e delle termiti come il locale albero del pane o quello del jackfruit, ma più spesso venivano fatti arrivare pregiati legni d’importazione asiatica come il tek ed il sesamo (l’utilizzo del sesamo per la realizzazione di porte sembra essere la spiegazione della celebre frase di Ali Babà "Apriti Sesamo"). Questo ha fatto sì che molti portali siano sopravvissuti alle case stesse di cui custodivano l’ingresso, e una gran parte di quelli che oggi ammiriamo a Stone Town hanno oltre 150 anni: sono in stile persiano od omanita, di forma rettangolare con due battenti chiamati in kiswahili mlango jike (battente femmina) per il sinistro e mlango mdume (battente maschio) per il destro, in conformità alla religione musulmana che vede la sinistra come elemento impuro. I battenti sono ornati con borchie in ottone di origine indiana con sei/otto petali che rappresentano il fior di loto (simbolo di pace in India e di fertilità nell’Antico Egitto). 

Sembra avessero anche lo scopo, più pratico, di difendere la porta dall’assalto di elefanti da guerra. Le cornici degli stipiti dei portali più antichi sono intarsiate con motivi simbolici: fiori di loto, pesci, catene, particolari dell’albero dell’incenso e della palma da dattero. Le linee ondulate rappresentano il mare, simbolo di fertilità. La fertilità è anche evocata dal fior di loto e dal pesce che veniva associato ad Atargate, la dea siriana della fertilità appunto. Le catene simboleggiano la sicurezza mentre l’incenso e la palma da datteri sono simboli di ricchezza e di abbondanza. 

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I parchi più remoti della Tanzania

Il Ruaha National Park è semplicemente bellissimo: dolci colline con baobab che punteggiano il panorama alternate a zone dove la vegetazione è più fitta fatta da boschetti di miombo che ostruiscono la vista, ma il parco è talmente ampio che vale la pena spenderci anche 3 giorni.

Il Katavi National Park è molto diverso dalla tipica savana: boschi radi e pianure alluvionali intorno a laghi che nella stagione secca sono privi di acqua. Le piste sono poche rispetto ad altri parchi e quindi si è un po’ “obbligati” nell’itinerario: leoni, leopardi.

Il Selous Game Reserve presenta un ambiente ancora diverso: acacie, baobab e le palme borasso a “candelabro”. Si può andare dove si vuole, sempre attenendosi alle piste o a qualche fuori pista (cosa che invece nel Ruaha è severamente vietato). La parte visitabile del parco è quella a nord del fiume Rufiji.

Bellissimo anche il Mahale, per la sua foresta impenetrabile e per la strepitosa posizione sul lago Tanganika.
Per quanto riguarda le sistemazioni notturne, negli ultimi anni i campi tendati fuori dai parchi si sono ridotti in quanto lo spazio per le tende è stato via via occupato dalla costruzione di nuovi cottages.
Vi consigliamo di passare quante più notti possibili all'interno dei parchi, nei campi tendati o nelle bandas ben posizionate, per godere meglio i safari mattutini e notturni. Il costo è maggiore ma ne vale assolutamente la pena. Indispensabile l'uso della cucina da campo, anche per le bandas.
Se si ha poco tempo la visita agli scimpanzè si può fare in giornata al Gombe.

Da notare che ad agosto gli scimpanzè sono in carenza di cibo e lo vanno a cercare in montagna, quindi è più difficile osservarli intorno alle bandas, luogo dove invece si ritrovano nei mesi di novembre e dicembre, per l'abbondanza di cibo.

Il Gombe Stream NP è un piccolo parco, 52 kmq, famoso per il suo legame con Jane Goodall, l'etologa che per prima ha studiato la vita degli scimpazè nel loro ambiente naturale. Gli esemplari presenti sono abituati alla presenza dell'uomo, ma avvistarli richiede un trekking.

Da Kigoma è possibile raggiungere il parco con un paio di ore di navigazione in barca. La visita del parco poi viene fatta con l'ausilio di un paio di guide ed un "avvistatore" che indica dove è possibile individuare una famiglia di chimpanzee.