OMAN DESERTO E MARE Viaggio di gruppo • Adventure • Medio Oriente
Nuovo ed esclusivo itinerario che permette di vivere le sabbie Rosse dell’immenso deserto Rub Al Khali e le sabbie Bianche dell’Oceano Indiano alla scoperta di angoli incantevoli dove saremo i primi fortunati e solitari visitatori. Un circuito inedito dedicato a viaggiatori che amano vivere la natura priva di ogni sovrastruttura, in assoluta libertà ed autonomia. Tenda e cassa cucina. Trasporto in auto 4x4 guidate dai partecipanti** al seguito di un autista guida. **La guida nel deserto richiede una certa esperienza in mancanza di piloti validi si ricorrerà ad un autista locale con supplemento costi.
Angela Santina BONDIONI - Tel. 3200446780
Oman: non occorre il visto (per l'ingresso per soggiorni fino a 14 giorni non rinnovabili). È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese, non deve contenere visti per Israele.
Oman: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Dune Rosse e Sabbia Bianca un nuovo esclusivo itinerario per gli amanti del vero deserto nella sperimentata formula di Avventure con tenda propria, cucina da campo e un fuoristrada con guida autista che ci farà scoprire angoli remoti delle sconosciuto deserto omanita del Rub Al Khali, dormiremo alla base di una duna e nel pressi di una guelta (pozzo) in ogni caso ”lontani” da tutto e da tutti, cucineremo le nostre cene con la nostra cucina da campo e tutti collaboreranno alla preparazione dei pasti. Raid nel deserto omanita dai confini con l’Arabia Saudita tra le immense dune del Rub Al Khali, ossia "Il quarto vuoto" (Empy Quater), il secondo più grande deserto di sabbia del mondo praticamente disabitato, alle coste dell’Oceano Indiano con campi sulla spiaggia e negli Uadi sconosciuti lungo la costa. Base di partenza Salalah importante porto nel sud dell’Oman che raggiungeremo in volo dall’Italia.
Dopo aver definito il programma con la nostra guida e una buona cena in uno dei molti ristorantini tipici del suq andiamo a dormire con l’emozione della prossima partenza.
Di buon mattino, dopo un razionale carico per stivare al meglio i bagagli, seguiamo l’asfalto della strada costiera fino a Mughsayl ed alle sue marneef caves; erosioni sotto crosta vulcanica dove dai fori, tanto più c’è vento e mare mosso, schizzano alti getti tipo geysers. Passata Mughsayl in pochi km la strada si inerpica per ripidi tornanti che in ci portano sulla sommità della scogliera dalla quale possiamo ammirare il blu cobalto dell’oceano Indiano, ma sono molte le possibilità di scendere di nuovo sulla costa per un buon bagno. Dopo circa 40Km lasciamo l’asfalto per prendere una comoda pista che va in direzione Nord. Ci stiamo addentrando nell’interno, il panorama si fa desertico, desolato e polveroso. Wadi, pietraie, qualche albero di incenso e l’atmosfera che solo il deserto riesce a regalarci. La strada, seppur sterrata, è scorrevole e molto ben mantenuta. Superata Muddayy, proseguiamo ancora verso nord su un buon asfalto che taglia in due il deserto, per lasciarlo nuovamente poco prima di Al Awaya. La pista che prendiamo attraversa un area di formazione vulcanica; pietre nere e piccoli rilievi ci accompagnano per diversi km. Arriviamo ben presto a Shisr, dove pranziamo e soprattutto facciamo il pieno alle macchine e alle nostre taniche, in quanto è l’ultima possibilità di rifornimento prima di molti giorni. Una breve visita a quel poco che rimane di Ubar, la leggendaria Atlantide delle Sabbie, ma già è forte il desiderio di raggiungere le dune, che vediamo in lontananza. La pista si fa sempre più sabbiosa, ed in breve siamo ad Al Hashman, sorprendente abitato di ordinate villette sovvenzionate dallo stato per incentivare i beduini a non lasciare posizioni e lavori tradizionali. E’ di fatto la nostra porta di ingresso nel Rub Al Khali. Ci addentriamo per la prima volta in questo scenario, fatto di dune rosse sempre più alte, ben supportati dalla nostra guida che ne conosce i segreti. Ci sono sufficienti pochi km per ritrovarci nel cuore del deserto, anfiteatri rossi che si ergono dal plateau di colore più chiaro. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta su dove piazzare il nostro primo campo e goderci il nostro primo tramonto fra le dune.
Ramlat significa “distesa di dune di sabbia”, ed è esattamente il contesto in cui ci troveremo a viaggiare per i prossimi giorni. Ramlat Fasad, Ramlat Umm Al Hait, Ramlat Hamroor sono solo alcune delle aree del Rub Al Khali che attraverseremo. Non abbiamo limiti, così come non abbiamo mete precise, se non quella di vivere il deserto nella sua essenza, addentrandoci sempre di più, seguendo cordoni di dune dal colore rosso\rosa alla ricerca degli angoli più incontaminati, sempre accompagnati dalla nostra esperta guida che saprà ben consigliarci in base alle nostre esigenze. Ma non dovremo faticare molto, perché il Rub Al Khali è veramente un angolo di mondo incontaminato, ancora lontano dai giri turistici, quasi vergine, la cui bellezza ci sorprenderà. Ci divertiremo a scalare le dune più alte ora con la nostra macchina, ora a piedi scalzi, potremo fare rinfrescanti bagni nelle sorgenti sulfuree che incontriamo sulle nostre piste, sceglieremo ogni giorno la duna più alta dalla cui sommità godere di fantastici tramonti affacciati sul confine con l’Arabia Saudita, faremo i nostri campi nei posti più suggestivi, concludendo le nostre giornate in allegria davanti ad un bel fuoco avendo ben compreso finalmente il motivo per il quale questo angolo di mondo è chiamato “il quarto vuoto”. Saranno giorni in completa autosufficienza, avremo i nostri viveri e la nostra acqua, perché una cosa è certa: in questi giorni non incontreremo niente e nessuno.
L’ultimo giorno i colori cambiano, dal rosso mattone si passa al bianco, e questo è il segnale che siamo entrati nel Ramlat Muqshin. Il panorama è diverso, le dune meno imponenti, ma più fitte, ed anche la guida si fa più complessa. Ci spingeremo fino al cratere creato da un meteorite, enorme vuoto che si apre sul plateau per piazzare il quinto ed ultimo campo nel RAK, in un contesto diverso dalle sere precedenti, ma non per questo meno affascinante.
Superiamo velocemente gli ultimi cordoni di dune che ci separano dalla strada asfaltata che collega Muscat a Salalah, ed eccoci nell’oasi di Muqshin. Il tempo di fare rifornimento ai mezzi e qualche acquisto al piccolo market e subito via per la pista che taglia il paese verso il mare. La pista sterrata, facile e scorrevole, attraversa un deserto duro e polveroso, nel quale i miraggi sono una costante. Non è assolutamente un miraggio tuttavia la piccola fattoria, minuscola macchia verde nel mezzo alla distesa desertica, e men che mai la piscina che viene riempita su richiesta con limpide acque pompate direttamente dalla falda. Un bagno ristoratore dopo una settimana di deserto è quello che ci vuole per toglierci la polvere di dosso, ma non certo le emozioni. Ancora pochi km e imbocchiamo l’asfalto, per ritrovarsi nuovamente su una sorta di balcone naturale che si affaccia sull’Oceano Indiano. Il Wadi di Ash Shuwaymiya è sotto di noi, e si mostra in tutta la sua complessa conformazione. Una rapida discesa e siamo nel Wadi, per ammirarne i panorami e, con un po’ di fortuna, la ricca fauna selvatica fatta di orici e cammelli. Potremo scegliere di accamparci all’interno del wadi, percorrendolo fino in fondo fino un pittoresco sito adatto al campeggio, o preferire piantare le nostre tende sulla bianca spiaggia appena fuori il paese.
La strada che va a Salalah è stata ultimata da pochissimo, e rappresenta una vera e propria eccellenza tecnica. Dei ripidissimi tornanti realmente intagliati nella roccia ci portano al livello del mare, dove è d’obbligo una visita al Wadi Snaiq con il suo pittoresco laghetto alimentato dalle acque marine.
La strada prosegue lungo la linea di costa, ed è un susseguirsi di invitanti spiaggette incontaminate e assolutamente deserte, dove ci fermeremo per piacevoli bagni. Attraversati pittoreschi villaggi come Hadbin e Sadah un comodo e veloce asfalto ci porta fino a Mirbat, dove ci perderemo per i deserti vicoli della città vecchia, decadente, ma ricca di antiche vestigia dei ricchi commercianti e memorie storiche sottolineate da elementi architettonici del vicino Hadramouth in Yemen. Ci andremo ad accampare, per quello che sarà il nostro ultimo campo, nelle bianchissime dune che si gettano nel mare che si trovano poco oltre il paese in direzione di Salalah. Un altro tramonto, ma questa volta vissuto nuotando nelle trasparenti acque dell’oceano, con alle spalle le bianche dune su cui spiccano le nostre tende colorate.
Ripiegate per l’ultima volta le nostre tende partiamo per la fiabesca Khor Rori, o Sumhuran, aggregata dal 2000 nei siti UNESCO. Un porto di cui scriveva già Claudio Tolomeo nel II sec. d.C. come Abussapoli, di fondamentale importanza nelle rotte commerciali e centro di stoccaggio-smistamento dell’incenso. Gli scavi della cittadella sono stati sostenuti da una missione dell’università di Pisa. La spiaggetta che si trova proprio davanti alle rovine è probabilmente la più bella di tutto il viaggio, e non possiamo certo farci mancare una sosta rinfrescante. Proseguiamo per il Wadi Darbat, forse uno dei posti più verdi dell’intero Oman, e per questo meta di migliaia di turisti provenienti da tutto il golfo nella stagione delle piogge. Per le sue caratteristiche è popolato da migliaia e migliaia di cammelli. Ancora pochi km di asfalto ci separano da Salalah, dove arriviamo nel pomeriggio. Una lunga doccia ci toglierà ogni traccia si sale e sabbia ma non certo i ricordi di un’esperienza incredibile. Riconsegnate le auto, con il nostro prezioso autista guida e amico trascorreremo la serata a Salalah a conclusione di una vacanza che ci ha sedotto giornalmente proponendoci spettacoli sempre diversi ed avvincenti.
Una giornata da dedicare a Salalah, con il suo museo dell’incenso, le rovine dell’antica Al Balid, ma soprattutto per perdersi fra i colori e gli odori del suq nell’attesa dell’aereo che a notte fonda ci riporterà in Italia, portando con noi ricordi, emozioni, e certamente qualche manciata di sabbia rossa del RAK.
NOTE
La guida nel deserto non è particolarmente impegnativa. Si tratta per la maggior parte fondi compatti e scorrevoli. Tuttavia non mancano alcuni passaggi più impegnativi, dove l’insabbiamento è molto probabile, se non certo. Nessun timore, l’esperienza della nostra guida, e l’attrezzatura adeguata che avremo con noi, sono sufficienti per risolvere qualsiasi tipo di situazione, anzi, le procedure di disinsabbiamento saranno un divertimento e cementeranno ancor di più il gruppo.