ALTO DOLPO TREK Viaggio di gruppo • Trekking • India, Nepal e Dintorni
Viaggio di gruppo ra il Tarap Khola, Shey Gompa e Pokosundo Tal. Visiteremo luoghi suggestivi e panorami straordinari. Un percorso che offre scenari unici tra montagne e cultura tibetana. Possibilità di completare l'itinerario in 26 giorni, esplorando la bellezza incontaminata e le tradizioni locali di una regione affascinante.
Paolo CIVERA - 0342 210984 civerapaolo@libero.it
Nepal: è necessario il visto di entrata.
Vedi le indicazioni secondo due opzioni per l'ingresso in Nepal
Inviare al momento della prenotazione una scansione a colori del passaporto a: passaporti2@viaggiavventurenelmondo.it
Nepal: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Sono consigliate l’antitifica e profilassi antimalarica.
Il viaggio
Ci troviamo in Nepal. L’Alto Dolpo è ancora una regione selvaggia e isolata, protetta da alti valichi e finora scampata al turismo di massa. Una terra legata a un passato magico e misterioso, fatta di villaggi isolati intrappolati nel tempo da uno scrigno gelato di giogaie; carovane di giganteschi yak, gompa bui e polverosi dove si conservano conoscenze arcaiche e infine vette cristalline dove l’animo si perde definitivamente.
Questo viaggio fa per te se...
Si tratta di un trekking impegnativo, indicato per escursionisti esperti. Non ci sono difficoltà tecniche, ma la lunghezza del percorso, i notevoli dislivelli, la quota, la vita scomoda in tenda, l’isolamento, il freddo notturno e il clima che riserba spesso sorprese e nevicate, rendono sicuramente il percorso faticoso e consigliato solo alle persone in buona forma fisica e motivate. Si effettueranno Km 311.50 totali.
Come prepararsi al viaggio
Occorrono scarpe tecniche e robuste in grado di resistere, senza sorprese, ai giorni di trek. Pedule a collo alto adatte ad affrontare la probabile neve sui passi in quota. Le notti sono sempre sotto lo zero termico. Sacco a pelo in grado di affrontare in comodità le gelate. Abbigliamento tecnico a strati e per far fronte a basse temperature (si cena al freddo) e un piumino è fortemente raccomandabile. Un borsone morbido da affidare all'equipaggiamento. Il materiale da campeggio, tende e materassini, è fornito dall’agenzia. Per apprezzare meglio il trek conviene approfondire la cultura del Dolpo con qualche lettura.
L'Alto Dolpo è una regione molto isolata, delimitata a est dal massiccio del Dhaulagiri, a nord dal confine tibetano, a ovest dal gruppo del Kanjirowa ea sud dal Basso Dolpo. Culturalmente e politicamente è rimasta legata al Tibet per gran parte della sua storia, dal quale si è dovuto definitivamente staccare dopo l'invasione cinese e la conseguente chiusura dei passi montani settentrionali che da secoli furono utilizzati dagli abitanti del Dolpo per il commercio e per lo svernamento in Tibet. A tutt'oggi, grazie all'isolamento, rimane un'enclave di antichi rituali e tradizioni sia buddhiste che Bon, altrimenti sparite in gran parte del mondo, ed è consigliata a tutti coloro che amano la cultura tibetana e le sue religioni.


Si tratta di un percorso circolare con partenza e arrivo dall'aviosuperficie di Juphal, attraversando sia all'andata che al ritorno il Basso Dolpo. Vista la totale assenza di alloggio, l'unica modalità di visitare l'Alto Dolpo richiede l'uso della tenda e un'organizzazione completa che provveda al trasporto di tutto il materiale per i campi e l'occorrente per la cucina. Un vecchio modo di fare trek, oramai scomparso nel resto del Nepal, ma qui tutt'ora necessario. Il trek in sé stesso non presenta nessuna difficoltà tecnica. Ci sono comunque da superare alcuni valichi ben superiori ai 5.000 metri e molti altri di poco inferiori. La stabilità meteorologica non è garantita e ci si può imbattere in neve ed anche in bufere in ogni stagione. Le comodità sono poche o inesistenti e le notti in tenda sempre sotto lo zero termico. I chilometri ei dislivelli sono considerevoli.
La morfologia dell'Alto Dolpo è alquanto tortuosa e non consente un itinerario semplice e lineare. Ci sono sicuramente tre valli principali, almeno due delle quali sono abbastanza ampie e aperte da permettere lo sviluppo di alcuni villaggi a fondovalle. Più spesso i fiumi formano profonde gole non adatte all'abitazione, ei villaggi sono stati edificati in alto sulle forre, ovunque si sia trovato un po' di spazio sufficiente per un'agricoltura di sussistenza in grado di mantenere la comunità . Tutte le valli, inoltre, sono chiuse da ogni lato da barriere montuose piuttosto elevate e accessibili solo da pochi valichi. Entrare, uscire o solo spostarsi da un posto all'altro implica, quasi sempre, erte risalite ed altrettante discese. Delle tre valli, la prima a occidente è quasi completamente disabitata, se si eccettua Shey Gompa, che, per altro, è poco più di un isolato insediamento monastico, con alcuni campi tendati stagionali alla sua base. Più a nord il fiume Tartan Khola si incunea in profondi baratri irraggiungibili, prima di riunirsi con gli altri fiumi del Dolpo e gettarsi, infine, nel Karnali a ovest. La valle centrale del fiume Nagon Khola si allarga a partire dalla parte centrale, dove si trovano alcuni importanti insediamenti. Saldang è il principale. La valle più orientale è quella del fiume Panzang. Sicuramente è la più ampia e accessibile. Ci sono due maggiori villaggi che meritano la visita: Shimegaon a nord e Tinjegaon più a sud. Ancora più a est si estende la lunga valle di Chharka Bhot che, attraversando alti valichi, conduce al Mustang. Oltre a questi villaggi situati lungo il corso delle valli principali, si trovano alcuni insediamenti (a volte solo comunità monastiche) sparsi tra le montagne, che costituiscono mete importanti di ogni viaggio nel Dolpo. Tra questi, sicuramente Yangtsher, nell'estremo nord della regione; Bhijer, molto lontana, ma con il più bel gompa che abbiamo visitato; lo straordinario e misterioso monastero Bon di Shyamling, arroccato sui dirupi; il trafficato villaggio di Khomagaon e quello isolatissimo di Tata. Infine, il monastero di Namgung, uno dei luoghi più santi del Dolpo.


Le attività economiche dell'Alto Dolpo sono, in gran parte, legate all'agricoltura e all'allevamento. È un'agricoltura di sussistenza, anch'essa poco mutata nel corso dei secoli. I terreni coltivabili, gelati per gran parte dell'anno, danno un solo scarso raccolto. L'unico cereale che cresce a queste altezze è l'orzo. A fine estate inizia il raccolto, a cui partecipa tutta la comunità . A ottobre tutte le persone adulte sono intente alla trebbiatura ei villaggi sono gialli di spighe e risuonano dei canti dei lavoratori. Un vero spettacolo. Un'altra caratteristica, difficilmente osservabile in altre parti del Nepal, sono le lunghe carovane di yak. Questi animali sono utilizzati per il trasporto di materiale e per il commercio con altri distretti. Ogni carovana può contare anche alcune centinaia di animali e bloccare completamente i sentieri.

