KANGCHENJUNGA Viaggio di gruppo • Trekking • India, Nepal e Dintorni
Partiamo insieme per un viaggio di gruppo verso il Kangchenjunga, con salita al campo base attraverso la Valle del Tamur, seguendo le orme di Vittorio Sella. Un'avventura tra paesaggi mozzafiato e sfide emozionanti, esplorando una delle vette più maestose dell'Himalaya. Un'esperienza unica tra natura incontaminata e storie di grandi esplorazioni.
Paolo CIVERA - 0342 210984 civerapaolo@libero.it
Nepal: è necessario il visto di entrata.
Vedi le indicazioni secondo due opzioni per l'ingresso in Nepal
Inviare al momento della prenotazione una scansione a colori del passaporto a: passaporti2@viaggiavventurenelmondo.it
Nepal: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Sono consigliate l’antitifica e profilassi antimalarica.
Il viaggio
Il Kangchenjunga si trova sul confine con il Sikkim Indiano. Dal lato nepalese il gruppo del Kang è raggiungibile seguendo due distinti itinerari: dalla valle del Ghunsa Khola fino a Panga Pema dove si trova il campo base nord e dal lato meridionale fino al ghiacciaio Yalung. Il lato settentrionale è più lontano e raggiunge anche una quota più elevata, di contro, il percorso è più costante e graduale e permette di acclimatarsi con regolarità senza sbalzi di quota ed eccessivi dislivelli giornalieri. Inoltre è anche più sviluppato turisticamente e ha almeno due grandi e piacevoli villaggi, Phale e Ghunsa, in cui riposarsi con qualche comodità. Il campo base sud, invece, pur essendo più vicino al punto di partenza e a una quota minore, costringe ad un itinerario assai tortuoso tra le valli, con infiniti saliscendi e numerosi valichi giornalieri. Inoltre la zona è nettamente meno sviluppata turisticamente. Ambedue i lati si possono unire in un unico trek della durata di 19 giorni o più con un percorso ad anello. Il trek può essere definito, nel complesso, impegnativo. Soprattutto per la lunghezza del percorso. I giorni di trek non sono pochi e possono stancare anche i più accaniti camminatori. La quota massima si raggiunge a Pang Pema (campo base nord) ed è di 5.140 metri circa s.l.m. Sicuramente elevata, ma si può dire normale, per un trek in Nepal.
Questo viaggio fa per te se...
Raggiungere ambedue i campi base del Kangchenjunga, da Pang Pema a nord e dal tortuoso percorso che arriva a Yalung a sud, è impegnativo a causa della lunghezza del tragitto e dell’alto numero di passi d’affrontare. La quota massima è di 5.140 mt. Fortunatamente non ci sono difficoltà tecniche e la regione si sta aprendo al turismo con l’apertura di lodge che rendono il trek più comodo.
Come prepararsi al viaggio
Si attraversano vari ambienti climatici in funzione della quota. A partire da 1.300 metri fino ai 5.140 del campo base nord. Di conseguenza si incontrano temperature molto variabili. Abbigliamento a strati per il trek. Pantaloni leggeri e magliette per le quote più basse e pantaloni più pesanti, pile e giacca vento in goretex per i passi più alti. Per i più freddolosi può essere utile una giacca duvet. Scarpe comode a collo alto. Necessario un buon sacco a pelo per temperature comfort intorno ai 0/-5 C°. All’interno dei lodge le temperature non sono troppo rigide. Uno zainetto per i propri effetti personali e una borsa grande con il resto del materiale da dare ai portatori.
Il circuito del Kangchenjunga è tra i più bei percorsi di trek che si possano affrontare in Nepal. Tra tutte le altissime vette del paese il Kangchenjunga è tra le più difficili da raggiungere, a causa della sua lontananza, della lunghezza del percorso e del suo tradizionale isolamento da cui sta definitivamente uscendo. Anche per questo regala, ancora, grandi soddisfazioni. Il trek inizia da quote molto basse in ambiente subtropicale, con altissime temperature tra campi di riso punteggiati da villaggi e vegetazione lussureggiante e si alza lentamente di quota, attraversando boschi di rododendri e di larici, fino ad arrivare a ridosso dell’imponente mole del gruppo del Kang, composto da ben cinque vette che superano abbondantemente gli ottomila metri. Trovarsi al cospetto di tale gigante lascia senza fiato anche chi ha già diverse esperienze in Himalaya. Ma le vette del Kangchenjunga non sono le sole che colpiscono il viaggiatore. I picchi dello Jannu, Mera, Wedge, ed i gruppi del Kabru e del Rathong, fanno da degna cornice al Kangchenjunga. In particolare l’escursione al campo base dello Jannu regala soddisfazioni non certo minori di quella del più grande vicino e, da sola, meriterebbe il viaggio.Oltre alla grande varietà di ambienti affrontati, nel Nepal Orientale c’è anche una notevole diversità etnica. Nelle valli più basse sono presenti Limbu, Rai, Sherpa e i misteriosi Lepcha, mentre alle quote più elevate, a ridosso dei ghiacciai, prevalgono popolazioni di provenienza tibetana, alcune delle quali arrivate molto recentemente e ancora legate per tradizione al paese di origine.


A parte la lunghezza complessiva e i dislivelli da affrontare, non ci sono particolari difficoltà tecniche. Si cammina sempre su sentieri tracciati e frequentati. Nelle valli più basse si attraversano territori agricoli molto antropizzati, con numerosi piccoli abitati e case quasi ovunque, tra coltivazioni verdissime di riso, miglio e cardamomo, intervallati da fitta vegetazione subtropicale. Bambù, felci e magnolie accompagnano il viaggiatore in un ambiente molto umido e scivoloso. Più in alto appaiono pini, larici e giganteschi rododendri. Ad ottobre tutto si tinge di colori autunnali. Infine, sopra i 4.000 metri la vegetazione arborea scompare e lascia posto alla brughiera ed ai licheni, con radi e bassi cespugli. Qui in alto è il regno degli yak che pascolano liberi nei grandi spazi aperti. I sentieri arrivano a ridosso dei possenti ghiacciai che scendono dal Kangchenjunga e li seguono, per lungo tratto, dall’alto di gigantesche morene.Il numero delle strutture ricettive per i pernottamenti e i pasti è in rapida crescita, soprattutto lungo il percorso settentrionale e, anche se in alcune località ci possono ancora essere carenze di lodge e posti letto, il percorso si riesce interamente ad effettuare senza l’uso delle tende e della cassa viveri. Questo rende sicuramente il trek più facile e abbordabile. La primavera e l’autunno sono le stagioni adatte al trek in Nepal. L’autunno è, generalmente, il periodo più stabile. L’intervallo tra la metà di ottobre e la metà di novembre dovrebbe essere l’ideale connubio tra la stabilità meteorologica e le temperature in alta quota ancora non troppo basse.

